Cgil, Cisl e Uil di Basilicata terranno un presidio davanti al centro olio di Viggiano oggi a partire dalle 10.30.
Nel corso del presidio si terrà anche una conferenza stampa dei segretari generali Angelo Summa, Nino Falotico e Carmine Vaccaro sulla situazione occupazionale del settore petrolifero a seguito del blocco dell’attività estrattiva conseguente all’inchiesta della Procura della Repubblica di Potenza.
I tre leader confederali, confidando “massima fiducia nel lavoro della magistratura”, auspicano che si faccia rapidamente chiarezza affinchè non vi siano ulteriori riverberi sulla già difficile situazione occupazionale. “Saremo a Viggiano – spiegano Summa, Falotico e Vaccaro – per testimoniare la nostra vicinanza ai lavoratori dell’Eni e dell’indotto che in queste settimane convivono con la prospettiva della cassa integrazione. Sarà l’occasione per richiamare anche l’attenzione delle istituzioni locali e nazionali sulla complessa vertenza che rischia di compromettere oltre 2 mila posti di lavoro e di assestare un duro colpo all’economia della Val d’Agri”. Summa, Falotico e Vaccaro ribadiscono la necessità di assicurare “nel pieno rispetto della legalità un punto di equilibrio tra petrolio, tutela della salute e difesa dell’ambiente”.
Per affrontare la grave situazione creatasi in Val d’Agri dopo al chiusura del Centro Olio, il Presidente della Giunta Regionale, Marcello Pittella, (vedasi articolo) ha chiesto all’Unità Gestione Vertenze del Ministero dello Sviluppo Economico la convocazione urgente di uno specifico Tavolo di Crisi.
“La richiesta – spiega il presidente Pittella nella missiva inviata al Sottosegretario Gentile – viene formulata per venire incontro alle sollecitazioni che continuano a giungerci quotidianamente, con toni allarmati e preoccupati, dai Sindaci delle comunità dell’area, oltre che dalle parti sindacali e datoriali della Basilicata. L’interruzione delle attività estrattive in Val D’Agri, a seguito del sequestro di due vasche posizionate all’interno del Centro Oli Eni di Viggiano e del Pozzo di Reiniezione ‘Costa Molina 2’ in agro del Comune di Montemurro nell’ambito dell’inchiesta sul petrolio in Basilicata avviata dalla Procura della Repubblica di Potenza – scrive Pittella – hanno determinato, a partire dallo scorso 31 marzo, una situazione di forte disagio sociale ed economico in tutta l’area interessata, con inevitabili ripercussioni anche sulle attività al di fuori dei confini regionali, in particolare nell’area di Taranto, ove operano gli oltre 450 dipendenti della Raffineria.