Un confronto a più voci per capire o, ancor più, per conoscere meglio il mondo del volontariato, con particolare attenzione all’Ant, l’Associazione Italiana Tumori, che da anni assiste a domicilio i malati terminali.
L’occasione è stata offerta da un incontro promosso dal Movimento Civico “ We Love Potenza”, nell’ambito della sua attività finalizzata a favorire la partecipazione in una città che ha bisogno anche di questo, cone ha detto il presidente Vincenzo Fierro.
I partecipanti all’incontro hanno apprezzato l’iniziativa di aver riunito riunito i responsabili dell’Ant di Potenza: il presidente Giovanni Imbrogno, la dr.sa Giovanna Martorano, e la psicologa Danila Sciantivasci.
Ognuno ha portato la propria testimonianza di operatori di un’associazione che trova tanto consenso nell’opinione pubblica per il tipo di servizio che assicura.
Un servizio che non è solo medico perché – è stato ribadito durante l’incontro -l’approccio con un malato di cancro richiede un atteggiamento diverso.
Ne ha fatto riferimento nel suo intervento la dr.ssa Giovanna Martorano, una dei medici dell’Ant, la quale, sulla base della sua lunga esperienza, ha trasferito ai presenti sensazioni e stati d’animo di chi si mette al servizio del malato e della famiglia senza limiti, consapevole di quanto sia importante il servizio che a costoro bisogna garantire.
Un servizio che un volontario riesce ad assicurare perché non condizionato da problemi organizzativi e contrattuali: ti chiamano. Vai. Non c’è orario. E lo fai consapevole che c’è qualcuno che ti attende per avere, al di là dell’assistenza sanitaria, un conforto, un sorriso, una carezza.
Non è retorica. Lo conferma l’affetto che le famiglie conservano nei confronti dei volontari dell’Ant anche dopo che il loro caro muore, al punto tale che molti decidono di entrare a far parte dell’associazione come volontari.
E’ il risultato di un approccio diverso con malato e famiglia. Ne ha parlato la psicologa dell’Ant, Danila SCiandivasci. La diagnosi oncologia diventa – ha detto – una diagnosi di tipo familiare, intendendo con questo che si prende in carico l’intero nucleo familiare sconvolto dalla malattia.
Per assicurare questo tipo di servizio, i volontari vengono preparati con appositi corsi perché bisogna essere professionalmente in grado di gestire queste non facili situazioni .
L’Ant, con le sezioni di Potenza e Villa d’Agri –lo ha ricordato il presidente, Giovanni Imbrogno – opera da anni ed attualmente assiste oltre 250 pazienti. Continuerà a farlo anche se dal primo maggio l’Asp ha sospeso la convenzione, avendo affidato il servizio assistenziale domiciliare all’Auxilium, cooperativa che ha vinto il bando di gara, disconoscendo – è stato ribadito nell’incontro organizzato da “We Love Potenza – una professionalità acquisita e riconosciuta da tutti.
L’Ant – ha precisato Imbrogno – non ha partecipato alla gara perché troppo generica ma, nonostante questo, continuerà ad assistere gli ammalati.
Intanto, dopo la sospensione della convenzione, numerosi hanno testimoniato la propria solidarietà all’associazione sottoscrivendo una raccolta di firme (sono oltre 35mila) per chiedere all’Azienda Sanitaria di Potenza che, nelle more del bando di gara, la convenzione con l’Ant possa essere confermata.
I presenti all’incontro hanno condiviso l’analisi fatta dai rappresentanti dell’associazione, sulla base del’esperienza personale vissuta che ha confermato quanto umanamente importante sia il servizio che i volontari dell’Ant assicurano.
A conferma di questo, quanto uno dei partecipanti all’incontro ha detto durante il dibattito: “Quello che ha fatto l’Ant? Abbiamo avuto un familiare in più”.