(La foto in copertina è un disegno realizzato dagli alunni dell’Istituto Comprensivo “Sinisgalli” di Potenza)
Gli ultimi episodi di cronaca confermano, semmai ce ne fosse stato bisogno, quanto bullismo e cyberbullismo siano problemi di stretta attualità Un motivo in più perchè ad essi si dedichi sempre più attenzione, soprattutto per prevenire ed evitare che, come si usa dire, “si cada nella rete”, con tutto quello che significa.
Consapevole di questo, la redazione di “Ufficio Stampa Basilicata”, in collaborazione con l’Associazione “Il cielo nella stanza”, dedicherà da oggi uno spazio a queste problematiche, ospitando contributi, proposte e quant’altro possa servire ad aiutare chi dovesse aver bisogno.
A costoro, gli esperti dell’Associazione “Il cielo nella stanza” forniranno risposte, chiarimenti e quant’altro necessario, rispondendo alle lettere che perverranno in redazione. Tutto gratuitamente, com’è nello spirito dell’associazione.
Inauguriamo questa rubrica ospitando – e ci sembra significativo – un articolo scritto da una ragazza, Martina Olivieri, di Valsinni, per “La Gazzetta del Borgo”, un giornale locale.
“CYBERBULLISMO, la violenza diventa virtuale.
Internet, un mondo talmente vasto e affascinante, ma, a volte, molto pericoloso. In questo caso, il pericolo è rappresentato dal cyberbullismo. Per la nuova generazione, che sta crescendo a diretto contatto con questo mondo virtuale, la distinzione tra vita “online” e “offline” è davvero minima. Spesso, la vita reale viene sostituita da quella dietro lo schermo e ciò da molto potere e coraggio ai ragazzi, anche a quelli più “timidi”; così si sviluppa il cyberbullismo. Si tratta dell’utilizzo delle nuove tecnologie per intimorire, molestare, emarginare e ironizzare pesantemente sulla vita di altre persone. Tutto ciò accade tramite pettegolezzi diffusi attraverso messaggi sui vari social network o sui cellulari, inoltrando o condividendo fotografie o video imbarazzanti, rubando l’identità altrui per danneggiare la reputazione della persona stessa ecc. Inoltre, queste aggressioni possono essere seguite da episodi di bullismo fisico e reale. Secondo l’ultimo rapporto dell’Istat, tra i ragazzi che usano il cellulare e sono iscritti ai social network attuali, il 5,9% ha denunciato episodi di cyberbullismo (7,1% le ragazze e 4,6% i ragazzi).
Come riconoscere questo fenomeno? Molte volte, sia le vittime sia gli autori di questi atti di violenza virtuale e mentale (spesso confusa con il mobbing), sono restii a parlarne, ma, nonostante gli indizi non siano facili da individuare, vi sono alcuni piccoli segnali che possono essere captati. Ad esempio, il genitore dovrebbe stare attento agli stati d’animo del figlio: se risulta offeso, arrabbiato o si chiude in se stesso, se soffre maggiormente di problemi di salute, se evita il contatto con la gente, se non vuole più andare a scuola, se continuano a “sparire” ripetutamente soldi o giochi preferiti. L’insegnante, invece, dovrebbe prestare attenzione al clima in classe, se manca la coesione tra i compagni, se si sono rotte delle amicizie, se alcuni compagni vengono esclusi o se le loro prestazioni calano nettamente. Ovviamente, questi comportamenti non sono sempre indice di cyberbullismo, ma possono indicare anche altri tipi di problemi, magari psicologici o anche psichici.
Il consiglio da dare ai bambini e ai ragazzi che, purtroppo, vivono questa esperienza è di non rispondere al bullo online, ma di rivolgersi ad una persona fidata e responsabile, che dovrà far luce sulla questione con calma ed attenzione.
Martina Olivieri”
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