Sette persone arrestate e otto con divieto di dimora sono i risultati di un’indagine del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute (Nas) di Potenza condotta sulla gestione del Centro di Riabilitazione del Don Uva di Potenza che ha consentito di verificare tutta una serie di irregolarità dal punto di vista igienico e maltrattamenti sugli ammalati da parte degli operatori del centro.
Le persone agli arresti domiciliari, su richiesta della Procura della Repubblica e disposti dal Gip del Tribunale, Amerigo Palma, sono Giuseppe Cirigliano, Antonio De Bonis, Romeo De Mitri, Franco Faticato, Antonio Iannielli, Nicola Valanzano e Nunzia Angela Fiore, tutti operatori sociosanitari.
Il divieto di dimora a Potenza è stato applicato nei confronti del direttore del centro, il dott. Agatino Mancusi, i medici Giuseppe Andrea Gaetano Morelli e Fabrizio Volpe; gli operatori sociosanitari Fortunato Genzano, Francesco Minicozzi, Nicoletti Cosimo, l’infermiera Maria Rosa Casella, e la coordinatrice degli infermieri Filomena Monaco.
Le indagini, iniziate nell’ottobre del 2015, hanno confermato, sulla base anche di riprese con telecamere nascoste, condizioni igieniche al di sotto dei minimi previsti e soprattutto maltrattamenti a danno dei degenti.
Dettagliato il comunito del Procuratore della Repubblica, Luigi Gay.
Cosa accadeva nel centro?
Le telecamere hanno documentato scene di pazienti percossi ed offesi. Alcuni venivano legati mani e piedi alla spalliera del letto.
Ed ancora. Sistematicamente si procedeva al cambio dei pannoloni dei pazienti senza pulizia delle parti intimer; alcuni letti erano costituiti non da normali reti metalliche ma da una specie di gabbia in metallo; le docce e i bagni erano insufficienti rispetto al numero dei pazienti. Mancavano bagni per disabili e per la pulizia dgli ammalati. Infine, materassi sporchi. Tutto questo avveniva nel comprensibile silenzio dei degenti.
Le immagini registrate nel Centro di Riabilitazione
La denuncia del Codacons
Ancora un caso di pazienti maltrattati in una struttura sanitaria italiana.
“I parenti delle vittime di maltrattamenti possono chiedere i danni nei confronti dei responsabili delle violenze – afferma il Presidente Codacons, Carlo Rienzi – In tal senso la nostra associazione offre assistenza legale alle famiglie coinvolte, al fine di far ottenere loro il risarcimento per i danni morali e materiali. Sono troppi i casi di violenza in case di cure e centri di riabilitazione, e sempre a subire percosse e lesioni sono soggetti deboli e indifesi come anziani e disabili.Per questo motivo chiediamo sistemi di video-sorveglianza in tutte le strutture sanitarie di tale tipologia, che consentano di monitorare l’operato di medici e infermieri nel rispetto della privacy del personale e dei pazienti”, conclude il Codacons.