Sarà una coincidenza ma la sentenza del tribunale di Potenza che giunge dopo otto anni dall’inizio dell’inchiesta Totalgate, potrebbe essere letta come una risposta dei magistrati di Potenza al Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, di non arrivare mai a sentenza.
Ma è solo una coincidenza perchè il processo era in corso da qualche mese.
Sul banco degli imputati dirigenti della Total, imprenditori e amministratori accusati vario titolo di corruzione, concussione e turbativa d’asta. Accuse sostanzialmente confermate dal tribunale di Potenza che ha condannato nove persone a pene che vanno da sette a due anni di reclusione. Altri diciotto imputati sono stati assolti.
Le pene più pesanti – sette anni – sono state inflitte a Roberto Franchini e Roberto Pasi, ex dirigenti della Total, a Francesco Ferrara e all’ex sindaco di Gorgoglione, Ignazio Tornetta. Tre anni e mezzo per Lionel Leva e per il manager Jean Paul Jughè, rispettivamente ex amministratore e manager ella Total.
Condannati anche il irigente dell’ufficio tecnico del comune di Corleto Perticara, Michele Schiavelli, l’ing. Gilberti e l’imprenditore Nicola Donnoli.
L’inchiesta coordinata dal Pubblico Ministeri Henry John Woodcock mise in luce tutta una serie di irregolarità nella gara di appalto dei lavori per realizzare a Tempa Rossa il nuovo centro olio.
Impianto che è tornato prepotente agli onori della cronaca per le inchieste recenti che hanno avuto rifletti anche sul Governo Renzi.