E’ cresciuta negli ultimi anni la prostituzione a Potenza per quella “domanda crescente di sesso” alla quale ha fato riferimento don Marcello Cozzi, nel presentare il dossier “Persone non cose”.
E’ il risultato dell’attività svolta dal Cestrim in questi anni e che ha consentito di incontrare con le “unità di strada” (operatori che contattano ed intercettano ragazze costrette a prostituirsi) quaranta donne. Provengono soprattutto dalla Nigeria, molto di meno dalla Romania, dall’Equador e dall’Italia.
Rispetto al 2014, lo scorso anno si è raddoppiato il numero delle donne costrette a prostituirsi. Ognuna ha una storia di violenze, soprusi, iniziati nel loro paese di origine. Il viaggio è proseguito in Libia da dove sono partite a bordo di un barcone, destinazione l’Italia. Dalla Sicilia a Castelvolturo, vittime dello sfruttatore di turno.
Gran parte di queste ragazze hanno alle spalle situazioni di disagio familiare, sul quale ha fatto leva chi poi le ha costrette a prostituirsi.
Lo fanno alla periferia di Potenza e da qualche tempo anche in appartamenti, fittati da proprietari di pochi scrupoli. Don Marcello Cozzi parla di “mobiliare della prostituzione”.
L’età media delle ragazze costrette a prostituirsi – si legge nel dossier del Cestrim – è di 27/28 anni. Le rumene sono ancora più giovani. Le italiane più adulte, qualcuna ha anche 60 anni. Raggiungono Potenza con pulman o con il treno. C’è una sorta di turnover.
A queste ragazze il Cestrim garantisce assistenza. “Se vuoi possiamo aiutarti” è il messaggio rivolto a tutte le vittime di violenza e sfruttamento. C’ un numero verde al quale poter chiamare: 800 290 290
Il Cestrim con il progetto “Donna e libera” garantisce alle donne vittime di sfruttamento accoglienza in case protette e le accompagna in un percorso di reinserimento socio-lavorativo.
I risultati non mancano, come ci conferma Rosaria Lamorte, responsabile del progetto.
Dai dati in possesso del Cestrim, non sembrerebbe che a gestire il mercato del sesso a Potenza ci siano organizzazioni criminali ma Don Marcello Cozzi lancia l’allarme: “non è da escludere che appetiti possano svegliarsi anche in previsioni di imminenti scarcerazioni”.