La dichiarazione di calamità naturale già decisa da alcuni Comuni del Metapontino non può essere considerata l’unica iniziativa di Regione e Comuni che invece deve riguardare l’insieme delle problematiche dei titolari di aziende agricole che hanno subito danni diretti e dell’indotto aziendale con ripercussioni su economia ed occupazione del Metapontino.
A sostenerlo è la Confederazione Italiana Agricoltori del Metapontino secondo cui la priorità resta la pulizia degli alvei e, dove necessario, delle sponde dagli alberi e dalla vegetazione che crea ostruzione e pericolo in caso di piena.
Riguardo al settore agricolo, nello specifico si pensi alla rapida attuazione dei progetti, delle iniziative già mappate e individuate di cui all’accordo di programma Stato/regioni relativa alla valutazione ed alla gestione del rischio alluvioni di cui alla direttiva CE 60/2007 ; gestione unificata del piano di manutenzione e preservazione del territorio raccordando le varie competenze in essere con il pieno ed organico coinvolgimento delle aziende agricole e predisponendo i contratti di manutenzione e fornitura di servizi agro meccanici in ambiti definiti e mappati.
Occorre porre immediato riparo e lavorare in tempi veloci –continua la Cia – per costruire un sistema ambientale realmente sostenibile, valorizzando il ruolo primario dell’agricoltura quale volàno di riequilibrio territoriale, produttivo e sociale. Serve, dunque, una rinnovata attenzione. Occorre una politica con la quale puntare ad una vera salvaguardia del territorio con risorse adeguate. Una politica che garantisca il presidio da parte dell’agricoltore, la cui attività è fondamentale in particolare nelle zone cosiddette marginali.
Il nuovo Programma di Sviluppo Rurale è senza dubbio lo strumento per fare tutto questo. Sono almeno 200 – ha detto Antonio Stasi, responsabile della Confederazione italiana agricoltori di Scanzano – gli ettari di colture inondate sul versante di Scanzano ed altrettanti su quello di Policoro. Da noi l’Agri rompe in occasione di piogge intense nelle aree interne perché il suo alveo è un bosco. Questa storia si ripete da anni.
Stasi rinnova una pesante accusa alla Regione ed agli enti preposti alla sicurezza del territorio: “Solo un mese fa sono iniziati i lavori di ripulitura dagli alberi di alto fusto cresciuti nel letto del fiume. Sono lavori da effettuarsi in autunno- inverno? Ed ora quando riprenderanno? E chi pagherà i danni agli agricoltori?” L’attivazione dei Contratti di fiume e di foce, con la piena affermazione per gli agricoltori del ruolo di manutentori del territorio- conclude – è l’unico modo per non dimenticare l’evento alluvionale del Metapontino di cinque anni fa.