Accogliendo il ricorso del Procuratore aggiunto, Francesco Basentini, la Corte d’Assise d’Appello di Potenza, ha condannato all’ergastolo Donato Prota, ritenendolo responsabile dell’omicidio di Bruno Cassotta, avvenuto nel settembre del 2008. In primo grado, Prota era stato assolto.
Ad accusarlo dell’efferato delitto, maturato all’interno della faida che da anni contrappone gruppi malavitosi rivali del Vulture-Melfese, fu il collaboratore di giustizia Alessandro D’Amato, il quale clinvolse una seconda persona, Michele Morelli, scagionato successivamente in seguito ai risultati delle indagini che confermarono che a sparare contro Cassotta fu soltanto Prota. All’origine dell’omicidio la decisione di vendicare la morte di Giancarlo Tetta, cugino del clan Delli Gatti.
La Corte di Assise di Appello ha confermato per gli altri imputati: Michele Morelli e i fratelli Angelo e Vincenzo Di Muro l’assoluzione per il reato di omicidio e la condanna per associazione mafiosa inflitta in primo grado.