“Qualunque sia la decisione vi prego che essa venga presa entro questa sera”. Cosi aveva esordito il segretario cittadino del Pd di Potenza, Enzo Sarli, aprendo i lavori dell’assemblea. L’assemblea si è conclusa invece con un rinvio votato da 28 dei suoi 53 componenti.
Un partito nuovamente spaccato, dunque, che non è stato in grado di prendere una decisione, nonostante in tutti ci fosse la consapevolezza che non è più rinviabile dare una risposta alla città per la grave situazione amministrativa che perdura ormai da mesi.
Già in apertura dell’assemblea, presidente Lucia Sileo, si è capito che sarebbe stato molto difficile che si potesse giungere ad una proposta condivisa. Sono state presentate, infatti, tre distinte mozioni.
Con la prima, area Santarsiero, ed illustrata da Carmine Croce, si è espressa la netta chiusura ad un coinvolgimento del Pd nella giunta, proponendo solo un appoggio esterno ad un esecutivo composto esclusivamente da tecnici.
Con la seconda del gruppo che fa riferimento a Mario Polese, illustrata da Patrizio Pinnarò, confermato l’appoggio al sindaco De Luca ma con una giunta nella quale non ci debbano essere uomini del Pd, sia consiglieri che esterni.
Con la terza mozione, l’area Speranza ha proposto invece l’ingresso del Pd nella giunta, con la partecipazione dei suoi consiglieri comunali, i quali verrebbero mortificati – è stato detto – se si dovesse optare per un esecutivo composto solo da tecnici. L’ha illustrata Mariangela Brindisi.
Tre scuole di pensiero, è il caso di dirlo, confermate dal dibattito che si è sviluppato dopo che il segretario cittadino Sarli ha fatto la cronistoria delle ultime vicende che hanno caratterizzato la vita del partito: dall’assemblea del novembre scorso all’incontro con il vice segretario nazionale del Pd, Leonardo Guerini, il quale, com’è noto, ha espresso perplessità su un eventuale sostegno politico al sindaco De Luca, proponendo al contrario un appoggio esterno, lasciando comunque che a decidere siano gli organismi locali del partito.
Cosa che avrebbe dovuto fare ieri sera l’assemblea cittadina. Così non è stato, come dicevamo e, dopo cinque ore di serrato e a tratti anche alquanto vivace dibattito, tutti a casa, con qualche volto sorridente, a conferma che alla fine il non aver deciso a qualcuno ha fatto piacere. Forse per prendere altro tempo, ammesso che sia ragionevole farlo dinanzi ad una situazione amministrativa molto preoccupante.
Perché l’assemblea si è conclusa con un nulla di fatto? Il problema è sorto quando, avendo individuato qualche possibilità di condivisione tra le mozioni avanzate, si è pensato di fare delle modifiche alle stesse. Qualcuno ha ritenuto che questo potesse ipotizzare la presentazione di nuove mozione. Altri ancora che eventuali modifiche avrebbero avuto bisogno di maggior tempo, rispetto a quello proposto dalla presidente dell’assemblea. Sta di fatto che alla fine si è andati alla conta sulla proposta avanzata da Giovanna D’Amato di rinviare l’assemblea: hanno vinto i si con 28 voti. I Contrati 25.
Tutti a casa, con il segretario Sarli abbastanza contrariato, mentre davanti all’Istituto Principe di Piemonte, dove si sono tenute le assise, capannelli di consiglieri, iscritti e qualche simpatizzante a commentare l’ennesima brutta figura del maggior partito della città. Al prossimo capitolo delle telenovela.
Vi proponiamo una sintesi del dibattito
Francesco Messina
“Bisogna uscire dalla situazione di stallo, della quale molti ritendono responsabile il Pd, con una giunta tecnica con obbligo di verifica dopo 12 mesi. Questa situazione è dovuta a tre fattori: il non aver riconsciuto politicamente la vittoria di Pittella; aver votato il dissesto; non aver riconosciuto i meriti a Santarsiero”.
Giuseppe Montagnuolo
“Il problema va risolto perchè i problemi della città sono tanti: trasporti, povertà. Bisogna aiutare le persone. Andiamo a nuove elezioni”
Filomena Pugliese
“Chiedo una svolta al partito. Bisogna passare ad una politica di prospettiva. Non prolungare l’agonia della città. Bisogna iniziare a lavorare per il bene dei cittadini”.
Carmine Croce
“Non vedo perchè dobbiamo sostenere la giunta De Luca che tanti errori sta commentendo come quello dell’affidamento dei servizio trasporti a società che non ha presentato il certificato antimafia ed ha depositato una falsa fidejussione. Affidiamoci alle indicazioni del partito nazionale”.
Rocco Fiore
“La città non è amministrata da due anni. Si dà la colpa al Pd se questo accade. La via maestra sarebbe tornare alle urne. I consiglieri che hanno firmato il documento con il quale si sostiene la soluzione di entrare il giunta (pubblicato nei giorni sorsi – n.d.r.) devono dimettersi”.
Giampiero Iudicello
Precisa di non aver mai firmato il documento. Indecoroso il balletto degli organi politici su un foglio di carta senza firme. Per uscire dalla situazione di stallo il Pd deve assumersi le sue responsabilità sostenendo politicamente De Luca ed entrando in giunta”.
Rocco Catalano
“Stiamo inanellando brutte figure. Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità perchè le elezioni le abbiamo perse noi. Bisogna mandare De Luca a casa. La giunta politica è una follia. Facciamo un eseecutivo di salute pubblica a termine”.
Antonello Molinari
” E’ giusto che ci sia una chiarezza sulle mozioni presentate, ma introdurne altre per modificare le precedenti sarebbe un errore procedurale”.
Vito Giuzio
“Bisogna varare una giunta tecnica in linea con le indicazioni del partito nazionale, senza presenza di rappresentanti del Pd”.
Mimmo Maroscia
“Bisogna tenere unito il partito, come chiesto dallo stesso vice segretario nazionale Guerini. Togliere l’appoggio all’amministrazione comunale ed andare al voto”.
Giampaolo Carretta
“Per quale motivo dobbiamo sostenere De Luca, che ci ha umiliati con un falso moralismo. . E’ stato un errore aver approvato il dissesto. Per dare dignità al partito e alla città bisogna andare al voto”.