Terzo posto nella classifica dei piccoli atenei italiani per l’Università di Basilicata. Un risultato lunsinghero sulla base dei dati sulle iscrizioni, cresciute del 3,34 per cento rispetto al precedente anno accademico.
Buon risultato anche per la Scuola di Scienze Agrarie (Safe) dell’ateneo lucano, al sesto posto in Italia nella specifica classifica Censis 2015, con un punteggio di 92,5, confermando così la posizione ottenuta nel precedente anno accademico: l’Unibas ha superato Torino (che guidava la Classifica nel 2014), Padova e Sassari. Complessivamente l’Università della Basilicata, nella classifica generale dei piccoli Atenei (con meno di diecimila iscritti), si piazza alla terza posizione.
La graduatoria Censis per le lauree triennali del gruppo Agrario-Veterinario vede in testa l’Università di Modena (con 104,5) seguita da Bologna (102) e Perugia (100). In fondo alla si piazzano Bari (76), Reggio Calabria (74) e Molise (66).
L’Unibas ottiene, anche per il 2015, un piazzamento nelle posizioni di vertice, precedendo nel 2015 grandi Atenei come Firenze (90, undicesima in classifica), Milano (89, dodicesima) e Napoli Federico II (77,50, 19/a nella graduatoria del Censis). Un risultato supportato anche dai dati sulle iscrizioni, che in questo anno accademico sono aumentate per la Scuola di Scienze Agrarie del 7,4% circa rispetto all’anno precedente.
“La scuola Safe (l’ex Facoltà di Agraria) fin dalla sua istituzione, oltre 30 anni fa – ha detto il direttore, Severino Romano – si è caratterizzata per un’offerta formativa particolarmente completa nel panorama nazionale, abbracciando tematiche legate alla gestione delle risorse naturali e ambientali, dei sistemi forestali e delle risorse faunistiche, e ambiti prettamente agrari e agroalimentari, legate alle produzioni di qualità e incentrate sulla sicurezza alimentare.
Si è cercato di coniugare – ha precisato il direttore Romano – tradizione e innovazione tecnologica rinveniente da un’attività di ricerca nei diversi settori particolarmente collegata con le industrie di settore e con il territorio. Insieme a questo ha messo in atto da alcuni anni, nel novero delle azioni intraprese da tutto l’Ateneo lucano, un profondo processo di rinnovamento dei percorsi formativi, sia di primo che di secondo livello, cercando di rispondere alla domanda di innovazione tecnologiche e di internazionalizzazione esercitata dal mondo del lavoro nell’ambito delle tematiche legate alla green economy.
Gli sforzi fatti e i risultati ottenuti che manifestano un particolare apprezzamento dell’Ateneo lucano in generale e della scuola Safe più in particolare, fanno pensare che stiamo lavorando nella giusta direzione”.