Dopo l’incontro del segretario cittadino del Pd di Potenza, Enzo Sarli, con il vice segretario nazionale Guerini, nel corso del quale si è discusso della situazione politica al Comune di Potenza e ancor più su quale scelta deve fare il partito locale, ogni decisione è stata rinviata all’assemblea cittadina di lunedì.
Intanto, le indicazioni di massima date da Guerini (“evitare se possibile un accordo politico”) è oggetto di dibattito all’interno del Pd.
Cosa ne pensano i big democratici? Come pensano di uscire all’impasse che dura da molto tempo?
Domande che abbiamo rivolto al parlamentare lucano Salvatore Margiotta.
“Non ho né tabù né dogmi. Dico ragioniamo, facciamolo per bene e alla fine usciamo con una giunta che governi la città. Cerchiamo di farlo unitariamente. Io non sono contrario che il Pd entri in giunta a Potenza con propri esponenti. Se prevale poi l’idea di una giunta tecnica, può anche andare bene”.
Ci pare di capire, onorevole, che le indicazioni date da Guerini lei le condivida solo in parte?
“Ne ho prerso atto ma ho anche preso atto che Guerini lascia a noi la possibilità di decidere pur avendo espresso chiaramente la sua opinione. E quindi adesso sta a noi, tenendo conto della sua posizione, trovare la soluzione migliore per la città”.
Perché onorevole Margiotta, ancora oggi all’interno del Pd c’è questo dilemma: entrare in giunta, sostenere dall’esterno De Luca, andare ad elezioni anticipate?
“Si sommano diverse questioni. Si sommano le divisioni all’interno del Partito Democratico ovviamente spaccatissimo. Poi si sommano anche le polemiche nazionali. Le critiche di Speranza a Renzi di ieri sono le ultime conferme. In un clima di concordia vera anche soluzioni come quelle su questioni locali, è il caso di Potenza, invece, potrebbero essere trovate più facilmente”.
Onorevole, Lei dice che deve prevalere l’esigenza di dare un governo alla città di Potenza. Sarà sufficiente questo per uscire dall’assemblea di lunedì con una decisione che vado in questo senso?
“Io penso di si. Lunedì bisogna andare ad una soluzione definitiva. O dentro o fuori. Si decida anche con un voto ma si decida”.