Per una maggiore tutela dell’ambiente e della salute pubblica sarebbe necessario che all’Italcementi di Matera e alla Cementeria di Barile venga data una nuova AIA ( l’autorizzazione di cui necessitano alcune aziende per uniformarsi ai principi di integrated pollution prevention and control (IPPC) dettati dall’Unione Europea a partire dal 1996).
A chiederlo è Pio Abiusi, dell’Associazione Ambiente e Legalità, in considerazione del fatto che “con la nuova Aia – precisa – si ridurranno alcuni valori emissivi e sarà imposto un piano di monitoraggio più stringente. I limiti emissivi dell’ossido di azoto e delle polveri possono e debbono essere ridotti”.
Nell’Aia rientrerà il piano di monitoraggio previsto dal protocollo d’intesa firmato ad Ottobre del 2011 e che ha prodotto tre campagne di monitoraggio- pubblicate sul sito dell’Arpab- e l’installazione di due centraline fisse denominate Italcea in prossimità del centro visite del Parco e che serve per rilevare il bianco perché sistemata sopravento e l’altra centralina detta Italcava posta nella cava di calcare, sottovento.
Dopo un sofferto iter – aggiunge Abiusi – – le centraline dell’aria dal marzo 2013 sono state installate e sono operative ma non riescono a trasmettere i dati al Cma- Centro di Monitoraggio Ambientale- dell’Arpab che è una “sola”e per il quale è previsto nuovo personale tecnico, hupgrade tecnologico, formazione e costi di manutenzione ordinaria. In attesa che tutto questo avvenga – propone Abiusi – i dati che le centraline trasmettono ormai da un anno possono essere attestati sul sito del Comune.
Senza volersi dilungare diciamo che stessa sorte dovrà toccare alla Cementeria di Barile in termini di concessione della nuova Aia sia per i limiti di emissione che oggi sono notevolmente difformi da quelli concessi ad Italcementi sia come piano di monitoraggio infatti oggi con l’apposito protocollo sottoscritto nel 2014 i sindaci di Barile, Rapolla e Rionero si dedicano al giardinaggio.
Occorrerà ridurre i limiti emissivi, si pensi che quelli imposti oggi per gli ossidi di zolfo sono 7 volte superiori a quelli imposti ad Italcementi e per gli ossidi di azoto sono il 40% in più e che ad Italcementi verrà richiesta una ulteriore riduzione di circa il 40% per i limiti relativi agli ossidi di azoto. Per compiutezza – conclude Abiusi – diciamo anche che Italcementi è autorizzato a produrre 746 mila t/a di clinker e la cementeria di Barile 594 mila e può già utilizzare 25 mila tonnellate di CSS come combustibile”.