Inizia dalle elezioni amministrative del giugno 2014 l’analisi della situazione politica al Comune di Potenza del consigliere Gianpaolo Carretta del Pd. Lo fa ricordando “la scelta poco attenta di una parte dell’elettorato” che ha consentito a Dario De Luca di essere eletto sindaco “senza maggioranza”; la decisione del Pd “per il bene di Potenza” di accettare la nomina di una giunta “di esclusiva iniziativa del primo cittadino, priva di un curriculum politico amministrativo che potesse rispondere alle emergenze vere della città”.
Il Pd, ricorda ancora Carretta, ha offerto “una collaborazione esclusivamente programmatica su tutti gli atti urgenti e indifferibili, anche firmando un documento che consentisse di evitare il commissariamento”.
Cosa è accaduta dopo? L’analisi del consigliere pidiessino diventa impietosa.
“Da quel momento – precisa – la Città è caduta in uno stato comatoso, dal quale non riesce a riprendersi perché governata da un Sindaco che non ha capacità politiche e amministrative per condurre un Ente complesso come è quello di un Capoluogo di Regione.
Si è andati dapprima, revocando l’assessore al Bilancio da lui nominato e ricorrendo alle consulenze di un dirigente che è rimasto il tempo necessario per la dichiarazione di dissesto, ad approvare un atto che andava evitato con qualsiasi mezzo e poi, non si è messo in campo, sin dal giugno 2014, la procedura di riequilibrio economico finanziaria, denominata ‘pre-dissesto’. Si è invece pervicacemente voluto approvare il dissesto, non facendo nulla per evitarlo ed avendo un approccio esclusivamente ideologico, come peraltro ha evidenziato pubblicamente il massimo organismo inquirente della Corte dei Conti.
Si è determinato un danno inestimabile che la città pagherà nei prossimi anni, grazie al ‘Sindaco del dissesto’; poi si è sforato il patto di stabilità, con una sanzione di oltre 2 milioni di euro, che pagheranno i cittadini, si è bloccato almeno per un anno la possibilità di contrarre nuovi mutui e di fare nuove assunzioni; dovendo tagliare i servizi si sono prodotti licenziamenti, proteste disagi economico sociali alle famiglie più bisognose della città. E’ solo grazie al Consiglio Regionale di Basilicata e a tutti quei Consiglieri a partire da quelli del centro sinistra che si sono potuti elargire 32 milioni di Euro al Comune di Potenza, per consentire il riequilibrio economico finanziario. Pertanto il merito è esclusivamente del Consiglio Regionale e dei Lucani!
La città – prosegue Carretta – è immobile e ferma come mai non lo era stata nella storia amministrativa; in materia di raccolta spazzamento e conferimento dei rifiuti solidi urbani non vi è chi non veda una città sporca e una raccolta differenziata porta a porta che nonostante i proclami e gli annunci, dopo aver ereditato dalle passate amministrazioni il progetto Acta – Conai e un finanziamento di circa 5.500.000 di euro, ancora non è partita con grave danno per la città.
In tema di pubblica istruzione, dapprima non si è presentato il piano di dimensionamento scolastico, e poi non si è convocata a distanza di circa due anni la Consulta cittadina sulla scuola, che è l’organo interistituzionale che mette in rete alunni, genitori, docenti ed istituzioni per elaborare la migliore proposta formativa e per risolvere i problemi organizzativi e di supporto come l’assistenza alla disabilità, in relazione alla quale è dovuta intervenire nuovamente la Regione Basilicata con un finanziamento di circa 350.000 euro, per le previsioni sbagliate del Comune e per affrontare i temi ancora irrisolti dell’Edilizia Scolastica.
In tema di mobilità e viabilità non si è ancora completata, dopo circa due anni, un’ opera strategica, anch’essa ereditata pari a 60 milioni di euro quale quella del ‘Nodo complesso del Gallitello’. Nonostante un appalto riguardante il servizio di trasporto pubblico urbano di oltre 15.000.000 euro, su base biennale, che consente alla ditta aggiudicataria maggiori introiti, pari a 2.800.000 di euro incamerando totalmente il costo rinveniente dalla bigliettazione e quello per la pubblicità, non si sono aperti gli impianti meccanizzati di Santa Lucia e, seppur richiesta, ancora non è stata prodotta la certificazione antimafia dalla Prefettura territorialmente competente.
Nonostante la città appare uscita da una fase post terremoto o post bellica per come è male amministrata, ci si permette, in modo pilatesco, di censurare sotto l’aspetto etico e amministrativo, un presunto malaffare riguardante le precedenti amministrazioni, salvo poi voler traghettare nella propria Giunta chi le ha politicamente sostenute e senza avere il coraggio di indicare persone, circostanze e situazioni, e senza denunciarle alle Autorità giudiziarie, così come dovrebbe avvenire in relazione alla trasmissione nella quale il direttore di Radio Potenza Centrale, candidato in una delle liste che hanno appoggiato l’attuale Sindaco, avrebbe svelato un complotto finalizzato a non evitare il dissesto”.
“La città è stanca di questo farsesco e reiterato annuncio, fatto a scadenza specifica anche dal servizio pubblico, di dimissioni annunciate e mai irrevocabilmente rassegnate. Il bene della città non sono le poltrone tanto agognate e tanto difese, ma programmi, progetti, idee di sviluppo e di ruolo, che non vi sono, perché non vi è la capacità di immaginare la Potenza dei prossimi anni e il suo ruolo strategico, maggiormente nel tempo di Matera 2019 e di una Basilicata che viaggia a una velocità diversa. L’unico percorso trasparente, lineare ed oggettivo è quello di votare per cambiare immediatamente pagina all’esperienza politico-amministrativa più negativa della storia della città; nutriamo grande rispetto per quelle liste politiche e civiche che hanno chiesto scusa alla città per aver votato ed eletto un Sindaco che ne ha tradito le aspettative, i percorsi e i programmi” conclude Carretta.
Fin qui l’analisi della situazione politica da parte del consigliere Carretta, al quale vorremmo, però, rivolgere qualche domanda:
– Davvero il risultato delle amministrative è stato determinato dalla “scelta poco attenta di una parte di elettorato” e non da responabilità del Pd soprattutto al ballottaggio, quando fece venir meno i voti che avrebbero consentito a Petrone di divenire sindaco?
– Se si esprime un giudizio così negativo del sindaco De Luca, perchè si è deciso di entrare in giunta, lasciando intendere che finalmente la crisi era stata risolta?
– Perchè tutto nuovamente è bloccato, demandando ogni decisione ai dirigenti nazionali del Pd?
– Possibile che il Partito Democratico debba continuare a farsi la guerra ( ci passi il termine, consigliere Carretta) al suo interno, facendo prevalere le logiche correntizie al bene della città. Città che assiste a questo balletto di nomi per il nuovo esecutivo non certo edificante?
– Le gravi accuse d’incapacità amministrativa rivolte al sindaco De Luca, semmai non fossero personali ma condivise dall’intero Pd, non sarebbero sufficienti per imporre un atto di coerenza, dimettersi e tornare alle urne? O si attende che a dimettersi sia De Luca?
Ci faccia sapere consigliere Carretta. Probabilmente faremmo un poco di chiarezza in più su una situazione amministrativa al Comune di Potenza che a molti (non certo agli “strateghi” della politica) diventa sempre meno chiara e comprensibile. Per dirla tutta, sa di farsa.