“Mentre il Consiglio Regionale si appresta a discutere e a varare due disegni di legge che sono destinati a segnare in Basilicata le politiche di sviluppo e dell’ occupazione del 2016 – i ddl Stabilità e bilancio 2016-2018 – i dati Istat confermano la marcia da tartaruga del nostro mercato del lavoro: la piccola crescita a novembre non inverte una rotta che, ad ora, non sta portando ai risultati sperati”. Lo afferma il segretario regionale della Uil della Basilicata Carmine Vaccaro per il quale “siamo di fronte a uno stato di stagnazione occupazionale che rischia di incancrenirsi, o addirittura di svoltare verso una nuova flessione qualora grandi incognite produttive come quelle legate a pezzi importanti di apparato industriale sempre in crisi dovessero precipitare. Infatti, non esistono pozioni magiche per rilanciare il mercato del lavoro se la produzione continua a crescere dello zero virgola come sta accadendo da troppi mesi”.
“Altro motivo di preoccupazione – continua Vaccaro –è la riduzione delle azioni di protezione sociale per decine di migliaia di persone che hanno perso il lavoro. Proprio in questi giorni il Ministero del Lavoro ha ricordato, con una nota pubblicata sul sito, come si riduce la durata di un importante ammortizzatore sociale: l’indennità di mobilità in deroga.
Infatti, con la Legge di Stabilità 2016 si modifica un decreto del 2014 su tutti gli ammortizzatori in deroga portando nel Sud a soli 6 mesi la durata massima a fronte degli 8 mesi previsti. Se fossimo di fronte a una impetuosa ripresa, capace di consentire alle persone di rientrare in una attività produttiva, potremmo capire, ma purtroppo così non è. È grave, quindi, che si riduca una forma di aiuto che coinvolge tantissime persone in regioni deboli dal punto di vista economico”.
Secondo il segretario della Uil “Il Sud continua ad essere per il Governo il vero e proprio buco nero: aspettiamo investimenti pubblici e privati. La volta buona a cui fanno riferimenti i twitter del Premier per noi è solo quella che produce posti di lavoro stabili e duraturi. La UIL, in proposito, ha elaborato i dati su base annua (media degli 11 mesi del 2015) ed il risultato, rispetto allo stesso periodo del 2014, è un aumento di circa 185.000 occupati dipendenti, in gran parte lavoratori a termine (115.000) e solo 70.000 posti fissi.
Se si tiene conto che il Governo ha destinato circa 2 miliardi nel 2015 ed oltre 3 nei prossimi anni per “incentivare” il lavoro stabile, se ne deduce che ogni posto fisso in più è costato ai cittadini oltre 25.000 euro. Ancora una volta si dimostra che è la ricchezza prodotta ad essere il vero motore dell’occupazione e senza di essa è velleitario combattere la piaga del non lavoro”.