E’ questione di nomi da incasellare nel pazle della giunta al Comune di Potenza, risultato di un accordo tra De Luca e il Pd, ma il varo del nuovo esecutivo non dovrebbe farsi attendere. In casa democratica si continua a trattare tra le varie componenti per trovare un’intesa su chi ne farà parte, con il segretario cittadino che sembra abbia perso il controllo del partito dopo quanto accaduto in occasione dell’assemblea dei giorni scorsi.
Intanto, sulla situazione politica a Potenza interviene il Coordinatore Lista Civica per La Città, Vincenzo Belmonte.
Intanto, sulla situazione politica a Potenza interviene il Coordinatore Lista Civica per La Città, Vincenzo Belmonte.
Nel ricordare che il sindaco De Luca “è stato da noi fortemente sostenuto in una campagna elettorale di fuoco”, Belmonte esprime forti perplessità su come si sta evolvendo la situazione politica.
“Oggi, quello stesso sindaco che aveva definito il sistema di potere del Pd come un male da estirpare, come il responsabile unico dell’indebitamento e del decadimento di Potenza, con una inaspettata e proditoria fuga in avanti preferisce guadagnarsi l'”agibilità politica” con un fine lavoro di tessitura di trame e negoziati tra le mille correnti di un centrosinistra in stato confusionale. E’ fresca di stampa – prosegue Belmonte – la notizia che, nel Pd, è già operativo un piccolo mercato degli assessorati: pare pure che Margiotta abbia graziosamente “donato” a De Filippo un posto con De Luca”.
Per Belmonte non è possibile “estirpare radicalmente il malgoverno di Potenza governando con le stesse forze politiche responsabili di tutto quello che è tristemente noto alla cittadinanza”. E aggiunge: “certamente, oggi, non nutriamo più alcuna fiducia verso un progetto cominciato nel migliore dei modi, andato avanti con i migliori propositi, ma poi, è chiaro a tutti, arenatosi sul culto del non fare, non lottare, non decidere. Male antico di noi Lucani. Nell’odierna crisi economica e di valori, purtroppo, non c’è bisogno di uomini politici come De Luca. Non c’è bisogno – conclude Belmonte – di conservatori di casta, di diplomatici bizantini. C’è bisogno di aria nuova” .