Sono svariate decine le persone coinvolte nell’inchiesta del Nucleo Investigativo Polizia Ambientale e Forestale del Comando provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Potenza che ha fatto luce su un sistema abbastanza rodato in alcune amministrazioni comunali per ottenere finanziamenti europei dalla Regione, nonostante le opere per le quali erano stati assegnati non fossero state ultimate.
I responsabili devono rispondere di falso e truffa ai danni della Comunità Europea.
Cosa hanno scoperto gli uomini del Primo Dirigente Angelo Vita? Per capire il raggiro bisogna chiarire innanzitutto cosa prevede la normativa e cosa devono fare i Comuni che vogliono accedere ai finanziamenti europei per realizzare strutture a servizio della collettività
Viene presentata la domanda alla Regione. Se viene accolta, come nei casi oggetto d’indagine, le amministrazioni comunali provvedono ad affidare i lavori a varie ditte, in gran parte definite “di fiducia”, designando i vari direttori dei lavori al fine di procedere alla conseguente contabilità finale e alla redazione dei verbali di regolare esecuzione.
A vigilare sul lavoro dei direttori dei lavori e sull’esecuzione dei lavori veniva designato un RUP (responsabile unico del procedimento), figura ricoperta da un funzionario in servizio presso gli Uffici Tecnici dei Comuni interessati.
La norma prevede che solo dopo la presentazione di tutti i documenti a conferma dell’ultimazione delle opere, con l’indicazione delle spese sostenute e della liquidazione delle spettanze a quanti previsti dalla legge, la Regione provvede ad erogare i finanziamenti.
Cosa è accaduto invece nei casi oggetto di indagine? E’ accaduto che alla Regione è stata presentata una falsa documentazione di opere che, in alcuni casi, non erano state neanche iniziate.
Irregolarità che non sono fuggite ai dipendenti regionali, preposti al controllo delle pratiche. Sulla base di indiscrezioni e successive verifiche, il nucleo Investigativo Polizia Ambientale e Forestale del Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Potenza ha avviato le indagini.
Un primo controllo è stato fatto nel Comune di Ruvo del Monte dove si è avuta conferma della condotta fraudolenta nell’esecuzione di tre lavori, presso la villa comunale, per la riattazione della Torre Angioina e per i lavori presso il Casone del Bosco di Bucito. Dalla documentazione cartacea tutti i lavori figuravano terminati mentre dai sopralluoghi si è accertato che erano appena iniziati. Pertanto, sono state poste sotto sequestro penale le aree di cantiere nonché tutta la documentazione riguardante il progetto, la contabilità finale e la richiesta del finanziamento pubblico.
Ulteriori controlli sono stati effettuati nei Comuni di Bella, Rapone, Pietrapertosa, Picerno, Pietragalla, Campomaggiore dove sono stati posti sotto sequestro ulteriori 15 cantieri quali campi di calcetto, casoni in aree demaniali, realizzazione di un centro psichiatrico nonché tutta la documentazione presente negli uffici tecnici comunali sia relativa ai predetti cantieri che per altri lavori di posizionamento di impianti di sorveglianza e lavori di realizzazione di impianti tecnologici finanziati sempre con fondi europei.
Tutti gli atti acquisiti dagli investigatori sono stati trasmessi alla Procura della Repubblica del Tribunale di Potenza. La documentazione è ora al vaglio degli inquirenti al fine di definire le responsabilità delle svariate decine di soggetti interessati che, come dicevamo, dovranno rispondere,se viene confermata la loro responabilità, di falso e di truffa ai danni della Comunità Europea.