La Fipe-Confcommercio prevede la crescita di presenze fuoricasa per pranzi e cenoni delle festività 2015 (tra il 3% e il 5% in più rispetto allo scorso anno), con grande attenzione al rapporto qualità-prezzo e quindi a costi – almeno per Natale e Santo Stefano, rispetto a San Silvestro – “più vicini” alle esigenze di budget natalizio delle famiglie. I costi medi tra i 35 e i 50 euro.
Le previsioni per le festività natalizie nel fuoricasa – sottolinea Michele Tropiano dirigente Confcommercio Potenza – sono un ulteriore segnale di buon auspicio per il settore. Quello del fuoricasa è un mercato che vale 76 miliardi di euro e pone il nostro Paese al terzo posto in Europa per consumi e presenze. Un patrimonio da valorizzare e promuovere anche durante le occasioni di festa, e la spesa prevista di 308 milioni di euro per il solo pranzo di Natale è una stima incoraggiante per il settore e per l’intera economia italiana. Una spinta ulteriore verso un futuro improntato all’ottimismo, che – dice ancora Tropiano – segna il superamento delle incertezze registrate a novembre a seguito dei fatti di Parigi.
Entrando nel dettaglio, il 10% della popolazione pranzerà a Natale in un ristorante dello Stivale, mentre il 2% lo consumerà all’estero, per una spesa media pro capite di poco più di 50 euro. Oltre otto italiani su dieci (l’84,5%), in leggera flessione rispetto allo scorso anno, resteranno a casa, dato che vale in particolare per le famiglie, gli over 55 e i residenti nelle regioni del Centro Italia.
Passando invece al cenone della Vigilia, le previsioni evidenziano una serata più “casalinga” per l’86,5% della popolazione (52 milioni di italiani), in percentuale maggiore gli over 55, le famiglie e le persone residenti nel Centro Italia. Nel complesso 4,7 milioni di italiani, ossia il 7,7% della popolazione, passeranno la Vigilia al ristorante, soprattutto i giovani e giovanissimi e i residenti nelle regioni del Sud. Poco più di un milione (1,9%) chi consumerà la cena della Vigilia in un ristorante all’estero, percentuale che cresce significativamente salendo lungo lo Stivale, in particolare tra i residenti nelle regioni del Nord Est (3,8%) e del Nord Ovest (4,1%).
«Ormai più nessuno – dice Tropiano – si siede senza sapere cosa spenderà: non a caso va molto bene il menu a prezzo fisso. Gli chef dell’Unione Cuochi lucani sono in piena attività per riproporre i piatti della tradizione gastronomica delle grandi feste con qualche rivisitazione ma con prodotti rigorosamente locali e comunque made in Italy senza eccessi di esterofilia come accade per vini e spumanti. Altra tendenza: per San Silvestro un ritocco verso il basso dei prezzi per il cenone. Vogliamo dimostrare – sottolinea Tropiano – che siamo vicini alle difficoltà della gente e che si può fare un ottimo cenone di capodanno, con il numero di portate e un menù specifici, musica dal vivo, animazione, anche con 65 euro a testa”.