Creare lavoro attraverso la formazione di operatori specializzati negli inserimenti lavorativi, aumentare la consapevolezza delle persone con sindrome di Down sulle proprie potenzialità di futuri lavoratori e sensibilizzare le aziende presenti sul territorio. È questo il senso del nuovo progetto “Lavoriamo in rete – percorsi di inserimento lavorativo nei territori del Sud”, iniziato a gennaio, della durata di 18 mesi, realizzato dall’Associazione Italiana Persone Down e finanziato dalla “Fondazione con il Sud”.
Il progetto coinvolge 13 operatori e 13 sezioni AIPD (35 persone con sindrome Down e 35 famiglie), sei regioni nel Sud Italia e le due Isole (Bari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Foggia, Lecce, Matera, Milazzo-Messina, Napoli, Oristano, Potenza, Reggio Calabria, Termini Imerese).
Nella sezione di Potenza sono tre i ragazzi interessati al progetto e il primo a iniziare la sua esperienza lavorativa è stato Orazio.
Grazie al programma “Garanzia Giovani” e alla consulenza dell’ATS Ribes, Orazio, dal 16 novembre scorso, ha iniziato a lavorare presso il Grande Albergo di Potenza come receptionist. Il contratto avrà una durata di 12 mesi.
L’Aipd ci tiene a sottolineare che il progetto “Lavoriamo in rete” così come qualsiasi altra forma di inserimento lavorativo per persone con disabilità, non comporta la perdita delle indennità di accompagnamento né tantomeno la pensione di inabilità.
Il progetto dell’Aipd e di “Fondazione con il Sud” prevede una serie di azioni a supporto sia dei ragazzi sia degli imprenditori: consulenza, informazione e formazione in presenza per i familiari, percorsi di orientamento e formazione per giovani con sindrome di Down, azioni di sensibilizzazione del mondo aziendale/istituzionale, monitoraggio e tutoraggio l’avvio dei nuovi inserimenti lavorativi presso le sezioni che ne sono sprovviste. Verrà inoltre creato un database online di raccolta dati dei potenziali lavoratori e delle aziende dei territori coinvolti.
Obiettivo del progetto, dunque, oltre a quello di creare opportunità lavorative per ragazzi e ragazze con sindrome di Down e disabilità in genere, è anche quello di creare poli regionali per l’impiego scardinando il pregiudizio che consiste nel pensare che l’inserimento lavorativo delle persone con sindrome Down è solo un’opportunità occupazionale o terapeutica, quindi un peso per l’impresa e non un reale contributo alla produttività aziendale.
Importante anche il lavoro sulle famiglie, che per prime concepiscono ancora il proprio figlio come un bambino o il suo inserimento lavorativo come un modo per occupare il tempo, con un atteggiamento assistenziale ed iperprotettivo che limita l’acquisizione dell’identità adulta/lavorativa e l’emancipazione in generale.
Qualche dato…
Secondo un’indagine condotta da AIPD nel 2013 su 43 delle proprie sezioni, su 1.026 persone con sindrome di Down maggiorenni aderenti alla rete, solo 125 (il 12%) lavora con un regolare contratto (dei 125 solo il 12,8% dal Sud e dalle Isole). In Italia, nel 2011, rispetto alle 644.029 persone con disabilità iscritte agli elenchi unici del collocamento e ai 37.375 posti disponibili, sono stati realizzati 22.023 avviamenti: di questi 4.761 nel Centro, 2.409 nel Sud/ Isole, 14.853 nel Nord (VI Relazione al Parlamento sulla Legge 68/99).