“Ha prevalso la linea del dialogo e del confronto, schietto e costante, con il Governo centrale.
Quel dialogo che da sempre, come Regione Basilicata, abbiamo anteposto ad ogni tipo di scontro e conflitto e portato avanti in sede di Conferenza delle Regioni e di Conferenza Unificata, fino alle ultime decisive riunioni di giovedì con i Ministri e il sottosegretario De Vincenti , perché gli articoli 37 e 38 dello Sblocca Italia venissero modificati, tutelando così le prerogative regionali previste dalla Costituzione italiana.
Oggi, attraverso un pacchetto di emendamenti al Decreto presentato in Commissione bilancio alla Camera, raggiungiamo gli obiettivi che tutti auspicavamo”. Lo dichiara il presidente della Regione, Marcello Pittella, all’indomani della decisione del Governpo d apportare modifiche al testo del decreto.
“E’ un risultato – sottolinea – che premia il lavoro e l’impegno della presidenza della Regione, dei consiglieri e dei parlamentari che hanno condotto una battaglia comune a tutela del nostro ambiente e della salute dei cittadini lucani. Reso possibile dalla volontà precisa del Governo Renzi di abbracciare responsabilmente le legittime istanze dei territori e raccogliere gran parte del contenuto dei quesiti referendari. Superando, di fatto, un ricorso alle urne dall’esito incerto.
Dalla manifestazione organizzata a luglio scorso a Policoro per dire no alle trivelle in mare, e che ci ha visti capofila tra le regioni del sud Italia, al patto di Termoli, la coesione territoriale e la strada dell’interlocuzione si è rivelata vincente, sostiene Pittella
Ma, nello specifico, gli emendamenti prevedono quanto chiesto a più voci in questi mesi:
– Il blocco dei procedimenti in corso entro le 12 miglia dalla costa (mare territoriale);
– l’eliminazione della dichiarazione di strategicità, indifferibilità ed urgenza delle attività petrolifere (sostituita con la pubblica utilità);
– la cancellazione del vincolo preordinato all’esproprio della proprietà privata già a partire dalla ricerca degli idrocarburi;
– la limitazione delle attività di ricerca e di estrazione attraverso l’eliminazione delle proroghe, la garanzia della partecipazione degli enti territoriali ai procedimenti per il rilascio dei titoli minerari.
Come ho avuto modo di ribadire, mesi fa, durante un precedente Consiglio, non siamo stati “servi sciocchi” di nessuno, al contrario, – afferma Pittella – abbiamo affrontato di petto il tema petrolio e conseguito risultati che la classe politica e i cittadini lucani attendevano da almeno quindici anni.
Il Presidente della Giunta regionale fa riferimento alla carta carburante, che diventa “card sociale”, utilizzata quale bonus per i meno abbienti; alle maggiori entrate di Ires, (30% sulle produzioni incrementali; al fatto che Veneto e Liguria hanno smesso di attingere al fondo finanziato con le royalties della Basilicata; al recupero dei fondi 2011 e 2012 e allo sblocco delle royalties dal patto di stabilità.
Gli obiettivi – conclude Pittella – si raggiungono quando c’è capacità di dialogo e volontà di ascolto.
Proprio come avvenuto per lo Sblocca Italia”.
Giudizio positivo sulle decisioni del Governo anche da parte del Presidente del Consiglio Regionale, Piero Lacorazza.
“E’ una vittoria delle Regioni italiane che hanno chiesto di ripristinare il principio di leale collaborazione fra istituzioni, dopo la manifestazione di Policoro e la sottoscrizione del manifesto di Termoli. E’ una vittoria – afferma Lacorazza – dei Consigli regionali, che insieme ai presidenti delle Regioni hanno vissuto una fase di positivo protagonismo. Ma è anche una vittoria dei cittadini e delle associazioni che hanno sostenuto questa battaglia con i loro autonomi punti di vista. Ed è la conferma che senza i referendum oggi non staremo qui a parlarne”.
Per Lacorazza la decisione del Governo centrale di modificare gli art. 37 e 38 dello Sbocca Italia “è il primo effetto dei sei quesiti referendari proposti dalle Regioni che non erano ‘contro’ il Governo, ma ‘per’ tutelare le prerogative delle Regioni. Ora attenderemo che venga completato l’iter parlamentare della legge di stabilità, a cui seguirà il pronunciamento della Corte costituzionale. Ma intanto emerge un importante messaggio politico – istituzionale: la democrazia italiana è viva e le Regioni non sono ai margini ma al centro di un percorso di dialogo istituzionale quando riescono ad interpretare con forza il loro ruolo di tutela degli interessi dei territori. E ciò è ancora più importante perché, dopo l’accordo di Parigi, occorre riscrivere la strategia energetica nazionale e bisognerà farlo insieme ai territori e non contro di loro”.