Sabato 5 dicembre, alle ore 18.30, presso il Basile expeRience, in via del Gallitello 72 a Potenza, si svolgerà la presentazione del libro del giornalista lucano Antonio Mocciola “Le belle addormentate”.
Insieme all’autore sarà presente Teresa Lettieri mentre Cristian Izzo leggerà alcuni passi del volume che ci guiderà alla scoperta di 82 luoghi dimenticati.
Il libro di Antonio Mocciola “Le Belle addormentate” (Betelgeuse Editore, 2015) è una guida insolita ed emozionante dell’Italia perduta, sepolta dalla polvere della storia, abbandonata dal tempo e dall’uomo.
Tra le “belle addormentate” le abruzzesi Buonanotte, Rocca Calascio, Gessopalena, Santo Stefano di Sessanio, Castiglione della Valle, Frattura, Morrea e L’Aquila. Come cristallizzate da un incantesimo, “Le belle addormentate” sono le città fantasma d’Italia, disabitate, dimenticate, perdute in un angolo buio della storia. Dopo aver percorso l’Italia in lungo e in largo, attraverso strade sterrate e ignorate dai navigatori satellitari, il giornalista e scrittore partenopeo Antonio Mocciola ne ha scovate 82, dall’Alto Adige alla Sicilia. Perle ritrovate e tornare a risplendere in un libro denso di emozioni e di magia, che riporta ai nostri occhi un’Italia capovolta, sconosciuta, dal fascino arcaico. Un mondo immobile e struggente, abitato solo dal silenzio, a poche curve da casa nostra. Antonio Mocciola (Napoli,1973), giornalista, scrittore e consulente editoriale.
Al tramonto, in un silenzio apparente che si incolla alle vecchie pietre del paese, di colpo ti accorgi dell’incombente sagoma del Gran Sasso, che qui chiamano la Bella Addormentata. E pensi al tuo viaggio nei paesi fantasma dell’Italia perduta, alle tante belle addormentate che aspettano da anni, da decenni, il bacio che le risvegli. E ti senti parte del loro steso incantesimo.
Antonio Mocciola, giornalista e narratore, porta il lettore con sé in un viaggio sconvolgente ed affascinante attraverso l’Italia perduta. Più di ottanta paesi abbandonati, dalle Alpi alla Sicilia, con le loro storie perse nel secolo scorso. Paesi che non sono riusciti ad affacciarsi al nuovo millennio, ma che recano in loro le tracce di una modernità che per noi è già modernariato. Storie di calamità naturali, di frane e terremoti, di allagamenti e smottamenti, ma anche di natalità azzerata, di emigrazione o di evacuazione volontaria, La morte di un paese ha tanti padri, ma ancor più figli. Sono i nuovi turisti, quelli che non si accontentano dei soliti itinerari e vogliono riscoprire le tracce di un’Italia estinta eppure ancora viva, presente, emozionante.