Chi si attendeva una risposta ufficiale del Governo regionale dopo quanto dichiarato dal direttore dell’Arpab (l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) di Basilicata, Aldo Schiassi, è rimasto deluso. Che le stesse abbiano “infastidito” al secondo piano di via Anzio, questo è possibile. Anzi è certo.
Nella conferenza stampa (ne abbiamo dato ampiamente conto in un precedente articolo – n.d.r.), il direttore dell’Arpa regionale ha elencato tutta una serie di criticità e, per alcune questioni, ha rivolto precise accuse al suo “datore di lavoro”, come lui stesso ha definito la Regione.
In particolare, il mancato trasferimento all’agenzia delle risorse provenienti dall’accordo con Eni, il ritardo nell’approvazione del bilancio dell’Arpab e la legge regionale di riassetto della stessa.
Per quello che è dato sapere, qualche chiarimento su quanto contestato da Schiassi c’è stato anche se, come dicevamo, non in maniera ufficiale.
L’Arpab ha ricevuto regolari finanziamenti, senza i quali difficilmente avrebbe potuto svolgere l’attività, per l’esiguità delle proprie risorse. Che questi finanziamenti provengano o meno dall’accordo Eni poco importa.
Questione bilancio, in particolare il rendiconto 2014. Gli atti della Regione sono stati improntati al massimo rigore, come chiesto dalla normativa.
In merito alla leggere regionale sul riordino dell’Arpab, l’unica contestazione fatta dal Governo – ricorda qualche ben informato – riguarda il riconoscimento ai dipendenti dell’Arpab della funzione di pubblico ufficiale. Null’altro
Nella conferenza stampa, il direttore dell’Arpab aveva lasciato intendere anche che la sua persona non sarebbe più gradita in quanto “scomoda”. Sarebbe questo il motivo per il quale è stato emanato un bando per un nuovo direttore.
Da quanto è dato sapere, nessuno mette in dubbio le capacità di Schiassi, scelto sulla base di merito e competenza che saranno gli stessi oggettivi elementi in base ai quali si sceglierà l’eventuale nuovo direttore dell’Arpab.
Pressioni indebite denunciate nel corso della conferenza stampa? Semmai ce ne fossero state, il direttore aveva il diritto e anche il dovere di segnalarle a chi di competenza.
Fin qui quello che si è percepito negli ambienti regionali, senza conferme o smentite. Ma si sa, in certe situazioni è bene essere cauti e sopratutto “diplomatici”. Per le polemiche (eventuali) c’è tempo.