“Stoppare la delibera di Giunta regionale che fissa, senza alcun principio di equità, i tetti di spesa alle strutture private accreditate eroganti prestazioni di assistenza ospedaliera e di specialistica ambulatoriale”.
E’ l’invito che la presidente di Aspat ( l’Associazione Sanità Privata Accreditata Territoriale) della Basilicata, Antonia Losacco, ha rivolto al presidente e ai componenti della Quarta Commissione durante l’audizione che si è svolta in Regione. “Losacco – si legge in una nota diffusa dalla stessa Aspat – accompagnata da altre dirigenti dell’Associazione, ha ringraziato il presidente della commissione, Luigi Bradascio e i consiglieri per l’attenzione e l’impegno dimostrati che – ha aggiunto – possono essere tradotti in un parere negativo del provvedimento fortemente punitivo per la maggioranza delle strutture con tagli sino a oltre 300mila euro e vantaggioso solo per pochi.
Si è evidenziato inoltre la politica dei ‘due pesi e due misure’ nei confronti di altri soggetti privati quali l’Aias e la Clinica Luccioni. La nostra proposta – si legge nella nota a firma di Losacco – è molto semplice: chiediamo che si applichi alle singole strutture il taglio del 2% al consuntivo del 2011, così come prevede la norma nazionale e che si stabiliscano finalmente regole certe per tutti gli erogatori pubblici e privati a partire dal 2016.
“La Regione non può continuare ad amministrarci senza un minimo di programmazione e facendoci conoscere il budget a fine anno – è la denuncia dell’Aspat Basilicata – dopo aver eseguito le prestazioni nella legittimità del tetto contrattualizzato”.
Losacco ha anche richiesto di ritornare al tavolo di concertazione come previsto per legge, con il presidente Pittella per eliminare lo stato di incertezza che perdura da troppo tempo. Il provvedimento di giunta, in sintesi, premia strutture con tetti alti e non spesi bloccando risorse per chi eroga gratis oltre il budget assegnato, sopperendo alle carenze del pubblico, soddisfacendo la domanda di salute e contribuendo a ridurre le liste di attesa; infatti secondo la procedura di calcolo prevista dal Dipartimento Salute, la sommatoria della media dei tetti o dei fatturati è di circa 30 milioni di euro, valore ottenuto includendo anche i nuovi contratti stipulati dopo il 2011, senza l’aggiunta di adeguate coperture finanziarie.
Le risorse disponibili sono solo € 25.738.037,00, valore ottenuto applicando la riduzione del 2% sulla spesa consuntivata del 2011 e aggiungendo i risparmi di settore pari a € 452.920.
Secondo l’Aspat, le anomalie di questa procedura di calcolo sono due: quella di far pesare allo stesso modo risorse effettivamente erogate (fatturato), con risorse virtuali (tetti assegnati) e quella di ricomprendere i nuovi contratti stipulati dopo il 2011. L’adozione di questa delibera da parte del Governo regionale, non ha corretto nessun errore del passato e non ha rimosso nessun fenomeno distorsivo, frutto di una cattiva programmazione, che anzi hanno visto una risposta in termini di ripetizione di questi errori.
Il problema delle risorse – aggiunge la presidente Losacco – è un problema delicato perchè il comparto della specialistica ambulatoriale dal 2011 continua a subire tagli alla cieca, tagli che non hanno nessuna finalità in termini di crescita, di qualità e di ottimizzazione dei Servizi perchè appunto operati senza programmazione, di tipo centralistico e ragionieristico puntando solo ad un principio contabile.
“Non si può programmare una spesa partendo dai soldi, ma – conclude Losacco – dal fabbisogno censito, da affidare attraverso i contratti ad un limite di spesa. Alla luce di questa delibera la maggioranza delle strutture si vedrà costretta, per forza maggiore, a continuare la battaglia con ricorsi e carte bollate determinando lunghe liste di attesa e aumentando i disagi dei cittadini che non potranno scegliere liberamente dove farsi curare”.