In occasione dell’assemblea dell’Anci di Basilicata, il presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza, mpegnato in Lombardia per impegni istituzionali, ha inviato al presidente dell’Anci di Basilicata, Salvatore Adduce, una lettera, facendo alcune proposte: istituire un fondo unico per gli enti locali organizzato per fasce di abitanti e criteri oggettivi e perequativi che possano misurarsi su fabbisogni e costi standard, su servizi e diritti di cittadinanza; incrementare il fondo di coesione con le risorse destinate per il 2016 inizialmente ai Comuni maggiormente penalizzati dai mancati proventi dell’Imu agricola, che sarà abolita; completare e aggiornare i Piani di azione per le energie sostenibili (Paes) comunali; utilizzare parte delle risorse dell’ex card carburante per manutenzione strade, decoro urbano e abbattimento barriere architettoniche; favorire la gestione associata dei servizi turistici a partire dai Comuni sede di parchi letterari e fondazioni, parchi archeologici.
Lacorazza propone ancora di adattare il “modello Barca” per sostenere la programmazione partecipata migliorando la qualità progettuale di Pois, Pit e Piot; riflettere sulla legge regionale sugli enti locali attualmente all’attenzione delle Commissioni; spingere per l’approvazione del Piano paesaggistico e rivedere la legge urbanistica regionale (n. 23/99); promuovere l’approvazione da parte dei Comuni lucani di una delibera, proposta dalla Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative regionali, di sostegno ai referendum promossi da dieci Regioni per l’abrogazione di alcune norme che regolano le autorizzazioni delle attività estrattive.
Nella lettera inviata ad Adduce Lacorazza ricorda inoltre “l’enorme sforzo finanziario che la Regione ha inteso fare destinando, nella passata manovra di assestamento al bilancio di previsione 2015/2017, uno stanziamento per il triennio di circa 58 milioni di euro per la Città di Potenza, per le Province, per il Fondo di Coesione, oltre che a favore di Comuni già in uno stato dichiarato di pre-dissesto ed a rischio bancarotta a causa delle contrazioni delle entrate dovute al caos determinato dal provvedimento sull’Imu agricola.
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