Summa, Falotico e Vaccaro, nel rivendicare il ritiro dei licenziamenti annunciati dall’amministrazione della ex Luccioni, ritengono necessario e urgente “lavorare ad una exit strategy condivisa per mettere in sicurezza l’occupazione, in una terra già martoriata dalla disoccupazione di massa, e salvaguardare dal punto di vista industriale una struttura sanitaria che ha dimostrato con i numeri di saper essere attrattiva verso l’utenza extraregionale in una regione che presenta purtroppo un saldo negativo della mobilità sanitaria. Se esiste, come pare, una volontà comune a risolvere la difficile situazione che si è venuta a determinare – concludono i tre dirigenti sindacali – allora si proceda ad attivare nel più breve tempo possibile un tavolo negoziale al massimo livello istituzionale al fine di trovare una soluzione sostenibile e politicamente autorevole”.
Chiusura clinica Luccioni, i sindacati invocano l'intervento di Pittella
I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil di Basilicata, Angelo Summa, Nino Falotico e Carmine Vaccaro, nel sostenere lo stato di agitazione del personale della ex Clinica Luccioni, chiamano in causa il presidente della giunta regionale, Marcello Pittella, per scongiurare il licenziamento di circa 100 persone, tra addetti diretti e indotto, e la perdita di un importante presidio sanitario che attira utenti da tutte le regioni del Sud. “È davvero singolare – osservano i tre dirigenti sindacali – che, mentre si cerca con ogni mezzo di attirare nella nostra regione nuovi investitori e creare nuove opportunità di lavoro, realtà con una solida tradizione come l’Istituto Clinico Lucano, già Clinica Luccioni, rischiano di scomparire o delocalizzare la propria attività, con un ulteriore impoverimento del tessuto economico e occupazionale della Basilicata”.
“Il percorso di rilancio intrapreso circa due anni fa – continuano Summa, Falotico e Vaccaro – ora rischia di essere vanificato da una serie di problematiche che vanno risolte definitivamente trovando lo spazio possibile di una soluzione che tenga insieme il rispetto degli standard minimi imposti dalla legislazione con la salvaguardia di una struttura sanitaria che nel corso degli ultimi anni ha visto aumentare sensibilmente occupazione e utenti”.