Nei giorni scorsi è stato effettuato al “San Carlo” il primo intervento di impianto di bioprotesi valvolare mitralica per via transapicale presso il dipartimento di Alta Specialità del Cuore. L’intervento chirurgico è stato eseguito congiuntamente dall’equipe della Cardiochirurgia, diretta da Antonio Romiti, e da Giandomenico Tarsia, referente dell’interventistica valvolare per l’Emodinamica.
L’intervento è stato effettuato con successo sul signor D.P. di 72 anni, che versava in grave condizioni di scompenso cardiaco e aveva già subito due interventi cardiochirurgici. Più di altre branche della medicina, la Cardiochirurgia e la Cardiologia Interventistica hanno fatto passi da gigante negli ultimi anni, e grazie alle nuove tecnologie si possono effettuare interventi impensabili, delle cui potenzialità i pazienti spesso non sono al corrente. Se nel passato in caso di disfunzione di bioprotesi mitralica o aortica era necessario un nuovo intervento “tradizionale” chirurgico ad alto rischio, oggi grazie ad una tecnica denominata “Valve in Valve”, viene impiantata una nuova bioprotesi all’interno della vecchia “disfunzionante” attraverso l’arteria femorale dalla zona inguinale oppure mediante puntura diretta dell’apice cardiaco. Anche l’intervento al San Carlo si è svolto con questa tecnica, intervenendo con un approccio transapicale, cioè praticando un piccolo taglio di 3 cm al quinto spazio intercostale sinistro. Queste metodiche comportano un rischio operatorio e post-operatorio basso, con tempi più brevi di degenza ospedaliera.
“Il successo dell’intervento Valve in Valve – ha dichiarato il Direttore Generale Rocco A. G. Maglietta – conferma la giustezza della nostra scelta di avviare proprio dal Dipartimento del cuor, la sperimentazione del nuovo modello organizzativo per intensità di cura. Non esiste un paziente cardochirurgico o di emodinamica, esiste un paziente cardiologico a cui sempre più spesso la risposta migliore è offerta da un team, e in ogni caso per ogni paziente va definito e praticato un percorso cardiologico unitario. Il San Carlo ha le tecnologie e le professionalità per assicurare risposte adeguate anche a casi di grande complessità come quello affrontato e risolto dall’equipe multisciplinare composta da cardiochirurgi, emodinamisti e cardioanestesisti.”