Si intitola “Michele Parrella, il rapsòdo che cantò la storia al suono del cupo–cupo”, il libro dello storico e critico letterario Giovanni Caserta, edito da Villani Libri, presentato il 25 settembre presso la Biblioteca Nazionale di Potenza.
Parrella, poeta e uomo di cultura lucano, nato a Laurenzana nel 1929, allievo di Rocco Scotellaro, era ed è conosciuto meglio al di fuori dei confini regionali.
La sua vita, infatti, si è svolta per lo più a Roma, intensamente, dove ha frequentato gli ambienti dell’elite intellettuale e politica degli anni ’60 e ’70.
Amico di Federico Fellini, Ignazio Silone, Carlo Levi, Leonardo Sinisgalli, per citarne alcuni, Parrella «riusciva a parlare meglio in versi che in una conversazione naturale e normale», racconta l’autore del libro commentando il suo lavoro sul poeta.
Attraverso i suoi versi, Parrella è stato capace di narrare alcuni tra i più significativi eventi del Novecento, non solo della Basilicata e dell’Italia, ma estendendosi lungo l’Europa e il Mondo. Dalle piaghe della sua terra, la Lucania, alla caduta del muro di Berlino, dall’ossessione per gli emigranti e per la Germania, alle vicende di Tangentopoli, Parrella ha ripercorso, lasciando il segno dei versi, la Storia.
Il libro di Caserta, scorrevole e di facile lettura, ripercorre le vicende personali di Parrella e, con esse, le sue opere poetiche, la cultura e la documentazione storica che conservano e tramandano. Ne emerge, così, il suo profilo di uomo, intellettuale, poeta.
La stima verso l’uomo e il suo lavoro è stata espressa dalla presenza numerosa di pubblico in sala, e da quanti sono intervenuti durante la presentazione: il direttore della Biblioteca Nazionale di Potenza Franco Sabia, Roberto Zito, amico del poeta, Teresa Fiordelisi, presidente BCC di Laurenzana e Nova Siri, sponsor della pubblicazione, Franco Villani, editore, Nicola Pavese, pittore, prodigo di racconti e aneddoti sul suo amico Michele Parrella.
Tra gli ospiti anche il fratello del poeta, Peppino Parrella.
A conclusione della serata, la poetessa Anna Maria Basso ha proposto la lettura di una selezione di versi del poeta, tratta dall’arco temporale di tutta la sua carriera.
In un divertente e intelligente siparietto fuori programma, Donato Imbrenda ha recitato alcuni suoi componimenti in dialetto aviglianese, riguardanti Papa Francesco e le vicende di “Rimborsopoli”.