A seguito degli accertamenti svolti dalla Polizia di Stato, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Potenza, Luigi Spina, ha emesso un’ordinanza di aggravamento della misura degli arresti domiciliari con la misura della custodia cautelare in carcere, nei confronti di Donato Lorusso di Potenza.
Quest’ultimo era stato già tratto in arresto, lo scorso 22 luglio, in esecuzione di misura cautelare disposta sempre dal Gip del Tribunale di Potenza su richiesta della locale Procura della Repubblica, in quanto ritenuto gravemente indiziato (unitamente ad altro soggetto) di tentata estorsione aggravata (avendo agito al fine di agevolare gli appartenenti all’associazione mafiosa facente capo a Dorino Stefanutti) ai danni di un’impresa esecutrice di servizi di trasporto e smaltimento rifiuti appaltati dall’Ospedale San Carlo.
Nelle settimane scorse, la Squadra Mobile della Questura di Potenza (che ha condotto le indagini) ha potuto accertare come l’arrestato ha sistematicamente eluso le prescrizioni imposte nell’originaria ordinanza cautelare, violando in particolare il divieto di comunicare con l’esterno con persone diverse da quelle con lui conviventi.
A rilevare sono stati i continui contatti ed incontri avvenuti con altro soggetto individuato quale “tuttofare” e “collaboratore” dello stesso arrestato e del più noto Stefanutti nella gestione degli affari delle macchinette per ricariche e dei videogiochi (attività commerciale di cui l’arrestato aveva omesso di riferire dinanzi al giudice, limitandosi a dire di prestare attività solo presso il ristorante di famiglia).
Per il tramite di quest’ultimo avrebbe infatti continuato a mantenere i contatti con i titolari di una società produttrice e distributrice di macchinette c.d. “totem-ricariche”, avente sede nella provincia di Reggio Emilia, in cui peraltro si è maggiormente manifestata la presenza di affiliati alla cosca calabrese dei Grande-Aracri, con un membro della cui famiglia (Ernesto Grande-Aracri) lo stesso arrestato ha dimostrato di avere instaurato uno stretto legame.
Con la nuova richiesta di aggravamento avanzata dalla Procura della Repubblica viene altresì contestato all’odierno arrestato un nuovo episodio di tentata estorsione (aggravata dal metodo mafioso), commesso lo scorso autunno 2014 ai danni, questa volta, di una società di costruzioni impegnata in ATI con altre imprese nei lavori di bonifica ambientale per conto dell’Eni nella zona di Ferrandina. A quest’ultima impresa l’uomo avrebbe “offerto” di prestare alcuni “servizi” chiedendo di valutare poi l’entità del compenso da versare, con ciò facendo chiaramente intendere che l’offerta avanzata era di tipo estorsivo.