Era il 24 febbraio del 2012 quando il cardinal Bertone, segretario di Stato vaticano, giungeva a Potenza per inaugurare la nuova sede del Bambino Gesù nata presso l’Azienda Ospedaliera Regionale “San Carlo”.
La convenzione, stipulata tra Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Regione Basilicata e San Carlo, che prevedeva la completa gestione del reparto di pediatria dell’ospedale potentino da parte del Bambino Gesù (primario, medici, infermieri, assistenti amministrativi), sembrerebbe, ad oggi, “difficilmente” rinnovabile. Se così dovesse essere l’unità operativa di pediatria tornerebbe, dunque, sotto la direzione aziendale del San Carlo.
Rileggiamo le dichiarazioni che i protagonisti della vicenda rilasciarono il 24 febbraio 2012 in occasione dell’inaugurazione del Centro Pediatrico Bambino Gesù Basilicata.
Il direttore generale del nosocomio era allora Des Dorides, il quale commentò la nuova partnership con queste parole: “Il Bambino Gesù di Roma rappresenta il primo centro pediatrico d’Italia sia per i numeri sia per la complessità dei casi. La pediatria è una delle discipline cliniche che maggiormente deve fare i conti con i problemi di soglia e di massa critica. Senza un adeguato bacino di utenza e quindi una consistente casistica è difficile e particolarmente oneroso assicurare l’eccellenza”.
In assoluto accordo con l’affermazione del dg anche l’allora presidente della Regione Vito De Filippo, oggi sottosegretario alla Salute, che considerò: “Se vogliamo qualificare la sanità in Basilicata dobbiamo riuscire a portare le strutture che operano nel circuito dell’eccellenza scientifica mondiale. E dato che anche in sanità vale il principio della ‘massa critica’, è importante stringere una serie di alleanze strategiche che consentano alle professionalità locali di lavorare insieme su un panorama sanitario più ampio”.
“Una scelta ambiziosa e convinta protesa verso l’eccellenza dell’assistenza, pensata per i nostri bambini e per tutte le loro famiglie”. Lo aveva dichiarato l’assessore alla Salute della Regione Basilica, Attilio Martorano, a margine della firma della convenzione con l’ospedale pediatrico romano.
“Una soluzione organizzativa che permetterà di trasformare la Basilicata in un punto di riferimento per la salute dei bambini e dei ragazzi della regione e delle zone limitrofe, invertendo in tal modo un trend di spostamenti interregionali verso Roma, talvolta non strettamente indispensabili”. Così il presidente del Bambino Gesù di Roma, Giuseppe Profiti, oggi sostituito dalla dott.ssa Marinella Enoc, commentava la nascita della nuova sede dell’OPBG.
“Ringrazio il Signore di poter essere presente oggi con voi e condividere i primi risultati di una iniziativa meritoria e dalle prospettive incoraggianti, per uno scopo che ci è particolarmente caro: la salute dei bambini”, dichiarò nel suo discorso il cardinal Bertone. “Il Santo Padre Benedetto XVI, che ho informato degli sviluppi del Centro Regionale “Bambino Gesù” Basilicata, segue con grande attenzione le iniziative realizzate per portare sollievo ai bambini, che rappresentano la speranza e il futuro”. “Un accordo tra due istituzioni può essere un semplice contratto da rispettare e a cui attenersi, o molto più – ed è il caso del Bambino Gesù Basilicata – un legame nato annodando due realtà a un comune obiettivo”, affermò il Cardinale applaudito, tra gli altri, da Emilio Colombo seduto in prima fila nell’Auditorium del San Carlo.
Tante belle promesse, tanti buoni auspici (come è naturale che sia in occasione di una importante e solenne inaugurazione) ma che oggi sembrano perdere totalmente di valore.
Come mai la convenzione con il Bambino Gesù sarà “difficilmente” rinnovata? Rileggendo le dichiarazioni degli interlocutori ufficiali della vicenda, partendo da Des Dorides fino ad arrivare a papa Benedetto, si potrebbe ipotizzare che le tante ragioni che hanno portato alla stipula della partnership, oggi, non siano più attuali. Ciò significherebbe che: la massa critica è aumentata e con essa il bacino di utenza e la casistica necessaria ad assicurare l’eccellenza; che la sanità in Basilicata, e la pediatria in particolare, ha raggiunto standard ottimali per assicurare ai bambini lucani e alle loro famiglie un’assistenza e una presa in carico qualificata e professionale; che la Basilicata è diventata un punto di riferimento per la salute dei bambini e dei ragazzi della regione e delle zone limitrofe e che quindi si è invertito il trend di spostamenti interregionali verso Roma; che papa Francesco non abbia più a cuore la salute dei bambini lucani.
O, molto più semplicemente e realisticamente, che, essendo cambiati tutti i personaggi citati, il corso delle cose ha preso un altro indirizzo. “Un accordo tra due istituzioni può essere un semplice contratto da rispettare o molto più”, disse Bertone nell’Auditorium del San Carlo. A quanto pare l’accordo con il Bambino Gesù fu un semplice contratto.
Dal San Carlo ci fanno sapere che nel corso di un incontro sindacale il direttore generale Rocco Maglietta ha informato le rappresentanze aziendali dei nuovi scenari. Sembrerebbe quindi aperto un tavolo tra Regione, Bambino Gesù e Azienda ospedaliera per definire nuove modalità di collaborazione scientifica e clinica, ma possiamo dare per già avviato il percorso che riporterà in attività autonoma e autosufficiente nei prossimi mesi la Pediatria del San Carlo.
Aspettiamo comunque la conferma ufficiale da parte della Regione Basilicata.