“La storia dell’Avis non può essere infangata da quattro sciagurati”. Così ha scritto al giornale “Basilicata 24” un avisino dopo che il giornale ha pubblicato un nuovo, circostanziato articolo sulla vicenda che coinvolge gli attuali dirigenti dell’associazione. Articolo al quale faremo riferimento.
Lo sfogo di questo lettore la dice tutta sul clima che si registra tra i donatori da un lato preoccupati per l’immagine che da questa vicenda – tutta documentata, sia chiaro – viene fuori, dall’altro offesi per il comportamento di chi potrebbe essere responsabile.
Nell’articolo pubblicato da “Basilicata 24”, sulla base di oggettive verifiche, si denuncia tutta una serie di irregolarità, alcune gravi, che chiamano in causa gli attuali dirigenti, tra i quali Rocco De Asmundis che, nonostante sia stato espulso da socio, continua a svolgere il ruolo di presidente, nel totale disprezzo di donatori e dell’intera opinione pubblica.
Ma questo è solo un aspetto di una vicenda della quale ci siamo interessati anche noi e sulla quale “Basilicata 24” offre ulteriori dettagli a dir poco inquietanti. Proviamo a sintetizzarli.
A destare sospetti più che legittimi è, fra l’altro, il “cordone ombelicale” che i dirigenti dell’Avis di Basilicata avrebbero creato, negli ultimi anni, con le società Hemotrans ed Mts che fanno capo a Pasquale e Luca Pecora, figli di Raffaele Pecora “figura di spicco del’Avis campana”.
Una società, si precisa nell’articolo di Giusy Cavallo e Michele Finizio, “itinerante” perché spesso ha cambiato sede legale per approdare ad Avigliano nell’abitazione di Salvatore Romano, ”già tesoriere dell’Avis di Basilicata e contemporaneamente consulente dei Pecora”.
Queste due società risulterebbero fornitrici esclusive dell’associazione, sebbene d’intermediazione. Per intenderci, acquisterebbero da altri e venderebbero all’associazione. Domanda, non peregrina che si pongono Cavallo e Finizio: perché non comperare direttamente dai fornitori?
Dalla Hemotrans, l’Avis di Basilica – leggiamo sempre nell’articolo di “Basilicata 24” – ha acquistato nel 2014 anche due autoemoteche, nonostante, con l’istituzione dei “Punti raccolta sangue” avvenuta tre anni prima, le stesse non fossero più necessarie.
In questa operazione emerge un altro aspetto ancor più inquietante. In sede di accreditamento dei due mezzi, si scopre che sul libretto di circolazione la portata è di 4,5 quintali, tara che richiede la patente C, mentre tutti gli autisti dell’associazione hanno la B.
Come è stato risolto il problema? In una maniera che lascia a dir poco perplessi, sulla quale si spera che la magistratura, nell’ambito dell’inchiesta che probabilmente avvierà su tutto il “dossier Avis” possa fare piena luce: è stata modificata la carta di circolazione alla voce F.2 (vedasi foto), trasformando la portata degli stessi mezzi da 4,5 a 3,5 quintali. Avrebbe provveduto a farlo Pecora: un vero e proprio miracolo di San Gennaro!!!
Nell’articolo si fa riferimento ad altre irregolarità: pagamento di una consulente contabile esterna senza che la stessa avesse mai avuto la possibilità di svolgere il compito; acquisti di strumenti e sacche per aferesi; rifiuti speciali del cui smaltimento nulla si sa sebbene l’Avis non possa effettuarla; finanziamento della Fondazione Avisper oltre il periodo deliberato dall’assemblea con un giro contabile poco chiaro. Si torna sul prestito di 18mila euro alla quadra di pallavolo PM Volley, somma della quale si sono perse le tracce nei bilanci. “Si sarebbe trattato di un errore di un’impiegata, Antonietta Colannino”, come dichiarato dallo stesso De Asmundis, lasciando intendere che nessuno ne sapesse nulla, nonostante un bonifico prima e il riscontro nel bilancio provvisorio confermano che era un atto ufficiale. Comunque, nonostante “l’errore”, si legge nell’articolo che “la Colannino è stata promossa di categoria”.
Infine il licenziamento di Antonietta Guglielmi che per anni ha gestito la contabilità. Per come è stato adottato, pone qualche domanda. Le risposte si avranno certamente in sede legale.
Ce n’è abbastanza perché i dirigenti dell’Avis di Basilicata decidano di mettersi da parte? Sembrerebbe di no perché rimangono lì, irrispettosi di delibere assembleari e dei segnali che giungono dalla base, nel silenzio totale dell’Avis nazionale. Altro aspetto, quest’ultimo, vergognoso.