Era chiaramente falso il contratto di lavoro presentato da un giovane di 23 anni, di Potenza, sottoposto ai domiciliari, per estorsione e danneggiamento mediante incendio ai danni di un imprenditore locale, che aveva ottenuto di scontare la misura cautelare in regime di arresti domiciliari, con l’autorizzazione a svolgere attività lavorativa presso una ditta locale.
R.M., 23 anni, era stato tratto in arresto in esecuzione di misura cautelare disposta dal GIP del Tribunale di Potenza lo scorso 27 marzo, unitamente ad altro pregiudicato locale.
Le indagini, condotte all’epoca dalla Squadra Mobile, avviate a seguito della denuncia presentata dal medesimo imprenditore presso la Questura di Potenza – dopo essere rimasto vittima del tentativo di incendio della propria abitazione – avevano consentito di accertare come i due indagati avessero chiesto con insistenza aiuti economici, con modalità tipiche di veri e propri taglieggiatori ed estorsori, imponendogli poi l’acquisto di un carro attrezzi per 4mila euro.
All’epoca dell’esecuzione della prima misura cautelare, R.M. era stato rintracciato e ristretto in carcere a Velletri, città ove era peraltro già interessato da altro procedimento penale in relazione ad un tentato omicidio.
Successivamente, lo stesso ha ottenuto di scontare la misura cautelare in regime di arresti domiciliari, con l’autorizzazione a svolgere attività lavorativa presso una ditta locale. È stato però più volte sorpreso fuori dalla propria abitazione in orari non consentiti.
Insospettiti dalle reiterate violazioni degli obblighi, i poliziotti della Squadra Mobile hanno dunque avviato alcuni accertamenti, avendo così modo di appurare che il contratto di lavoro era soltanto un falso, frutto di una condotta mendace e truffaldina che aveva avuto quale unico scopo quello di consentire all’imputato di evitare i rigori degli arresti domiciliari.
Nessuna società era mai stata presente all’indirizzo dichiarato come sede di lavoro, ed il contratto esibito per ottenere l’autorizzazione risultava palesemente falso.
L’attività in parola è il risultato dell’intensificazione dei controlli disposti nelle ultime settimane dal Questore di Potenza nei confronti dei sottoposti a misure restrittive e di prevenzione.