La manovra finanziaria che si andrà a votare è una grande opportunità – ha detto Pittella – ma guai a pensare che sia una sorta di manote tesa.
“L’opportunità – ha spiegato – nasce dal fatto che la Regione intende tenere dentro le autonomie locali, che negli anni hanno subito una eccessiva sobrietà nel trasferimento delle risorse da parte del governo centrale. La Regione – ha aggiunto – deve svolgere funzione di supplenza e di valore aggiunto, ma deve riuscire anche a tenere insieme gli enti locali in vista della nuova programmazione della Comunità europea, che a partire da ottobre metterà in moto il vettore dello sviluppo”.
Secondo Pittella “un nuovo approccio di grande responsabilità nel cogliere il tempo della nuova programmazione” è indispensabile, soprattutto in un mondo “diverso dal passato, in cui la velocità della rete pretende dalle istituzioni risposte concrete e veloci: è un discorso che vale per l’Italia e per la Basilicata”.
La nuova manovra “vuole consegnare infrastrutture e investimenti importanti e significativi, vuole centrare gli obiettivi tematici strategici, vuole parlare di dissesto idrogeologico, di cambiamenti climatici, di efficientamento energetico, di risparmio nella bolletta. Tutto questo sta dentro un’idea che si sostanzia nella manovra di assestamento: la coesione sociale e istituzionale”. “Dobbiamo provare – ha proseguito il governatore – a tenere insieme le decine di Comuni che sono in default. Soltanto così si potrà evitare che in futuro non si chiudano i bilanci o non si paghino gli stipendi ai dipendenti. Quella che presentiamo – ha detto ancora – non è una manovra che dà una sorta di mancia a qualcuno, ma è un documento che prova a riscrivere gerarchie istituzionali e politiche. E’ una manovra finanziaria che non fa sconti a nessuno. Oggi diamo una grande opportunità ai Comuni di risolvere, insieme, i problemi, indicando loro la strada per agganciarsi alla nuova programmazione. Lo stiamo facendo per dare una risposta ad una emergenza sociale che già si è appalesata. Scegliamo di aiutare i Comuni e le due Province, anche con risorse copiose, certo, in una fase di transizione nella quale una riforma nazionale ci pone il tema della riorganizzazione delle funzioni nazionali.
Che dire poi dei centri per l’impiego o delle strutture deputate alla formazione professionale? Che dire sul piano della emergenza sociale? Che diremmo se mettessimo in mobilità il personale dipendente delle Province o dei Comuni? Per questo considero la nostra una manovra di coesione sociale e di rilancio istituzionale. Qual è, tra l’altro – ha evidenziato Pittella – l’alternativa a tale ipotesi? Quella di avere mille dipendenti in mezzo a una strada? Bisogna tenere a mente, però, che un assestamento che prova a muovere una massa di risorse – ha detto ancora – non può non avere una partenza e un approdo frutto di scelte politiche”.
Pittella si è poi soffermato sui risultati raggiunti dalla Regione nell’ultimo anno e mezzo, “in una fase in cui da un lato c’è il dato Svimez, tutto negativo, dall’altro ci sono i dati di Istat e Banca d’Italia che vedono, per il Mezzogiorno, la Basilicata alcuni punti più avanti rispetto ad altre regioni”. “Sono convinto – ha concluso Pittella – che questa Regione potrà farcela, se Comuni ed enti locali riusciranno a stare insieme per poter ripartire. Come Regione faremo tesoro degli errori commessi in passato, provando a mettere in campo misure di contenimento, evitando utilizzi impropri, premiando coloro i quali si metteranno insieme e coloro i quali riusciranno non ricorrere a ricorse finanziare esterne per mettere in equilibrio i bilanci”.