Tempo di Natale. Tempo di desideri. Tempo di Babbo Natale.
Babbo Natale che quest’anno sarà sostituito da un più italiano e familiare “Papi” Natale che, per ovvie ragioni di schieramento politico, non è vestito di rosso.
Stiamo parlando del nostro presidente del consiglio, Silvio Berlusconi. Come il suo illustre collega della Lapponia, Il Papi nazionale è colui che da tempo mantiene le promesse, esaudisce desideri e compie miracoli.
L’uomo, insomma, che trasforma tutto ciò che tocca in oro, che soddisfa ogni tipo di bisogno e che dispensa felicità ad una nazione intera. Colui che riesce a far diventare sindaco di Catania Umberto Scapagnini, suo farmacista personale; Ministro della Repubblica Italiana Mara Carfagna, la sua showgirl preferita; Consigliere Regionale della Lombardia Nicole Minetti, la sua igienista dentale.
Una delle sue grandi promesse è stata, fin dalla sua discesa in campo 17 anni fa, la riduzione delle tasse per tutti gli italiani.
Ed anche questa è stata mantenuta, anche se al momento solo per le sue aziende.
Infatti la Mondadori, presieduta da sua figlia Marina, grazie ad un emendamento, proposto dal Deputato siciliano Alessandro Pagano (PDL), contenuto nella legge 73/2010 potrà risolvere le sue pendenze con il fisco pagando solo il 5% di ciò che doveva.
In pratica la Mondadori da circa 19 anni ha una controversia con l’Agenzia delle Entrate che contesta all’azienda il mancato pagamento di 173 milioni di euro di imposte (ai quali bisogna aggiungere gli interessi e le sanzioni).
Mentre le parti, dopo i primi due gradi di giudizio, erano in attesa della pronuncia della Cassazione, accade il miracolo (già tentato, invano, altre due volte in passato.)
In Parlamento viene approvata la legge 73/2010 nel cui testo definitivo, all’articolo 3, relativo alla “rapida definizione delle controversie tributarie pendenti da oltre 10 anni e per le quali l’Amministrazione Finanziaria è risultata soccombente nei primi due gradi di giudizio”, viene aggiunto il comma 2 bis: “Il contribuente può estinguere la controversia pagando un importo pari al 5% del suo valore (riferito alle sole imposte oggetto di contestazione, in primo grado, senza tener conto degli interessi, delle indennità di mora e delle eventuali sanzioni)“.
Ed il miracolo è fatto. Semplice. Rapido. Indolore. E, soprattutto, in silenzio.
E’ inutile sottolineare come l’articolo della legge e il suo comma collegato rispecchino fedelmente la situazione della Mondadori, che ha provveduto subito ad accantonare nel suo bilancio previsionale gli 8,6 milioni di euro necessari a chiudere il contenzioso (esattamente il 5% della somma dovuta).
Al resto ci ha pensato l’altra azienda di famiglia, il Parlamento Italiano, che grazie all’Onorevole Antonio Azzolini (PDL) ha modificato definitivamente il testo aggiungendo un piccolo comma in cui viene sancito che basterà la quietanza dell’avvenuto pagamento da parte dell’Agenzia delle entrate per estinguere definitivamente il giudizio.
Dunque la Mondadori non pagherà nessuna mora, nessun interesse, nessuna sanzione. E non pagherà nemmeno le imposte dovute. Pagherà solo un 5%. E la ricevuta di questo pagamento estinguerà anche la pendenza giudiziaria.
Come si fa a non essere felici?