Nel quadro di un necessario confronto fra esperienze di best practice ha preso parte ai lavori il presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano Fausto Giovannelli, che ha portato l’esperienza consolidata di questo Parco nel settore del turismo di ritorno. Il progetto “Parco nel mondo”, ha spiegato Giovannelli, “mira al recupero delle risorse umane e di quel tesoro nascosto rappresentato dall’emigrazione, un mondo da conquistare che vive la globalizzazione come una ricchezza e non come un conflitto. Le diverse aree dell’Appennino hanno usi e costumi simili, ma sono accomunate da una emorragia di capitale umano”.
È per questo, ha spiegato lo stesso Giovannelli, che iniziative come “la cittadinanza affettiva mirano a rinsaldare i rapporti degli emigranti con la terra d’origine, della quale diventano poi ambasciatori nel mondo. Il Parco dell’Appennino Tosco-Emilinao –ha concluso il presidente- è pronto per un protocollo d’intesa con quello dell’Appennino Lucano, per lavorare insieme con una strategia innovativa ed efficace”.
Un auspicio accolto con favore dal presidente Domenico Totaro, per il quale “l’esperienza de il ‘Parco nel mondo’ potrebbe diventare un progetto di sistema tra i Parchi italiani per sviluppare un il concetto di cittadinanza affettiva per comunicare, attraverso l’opera degli ambasciatori, il progetto di Appennino nel Mondo”.
“La generosità della natura nei due Parchi –ha continuato Totaro- che hanno un indice di biodiversità tra i più alti d’Italia, potrebbe divenire il motore dello sviluppo turistico ed essere utilizzato come strumento di comunicazione per attirare i lucani giovani professionisti della terza generazione cresciuta all’estero e curiosa di poter scoprire le eccellenze della terra dei loro antenati. La Cets può essere lo strumento per attivare la rete di accoglienza dei lucani nel mondo”.
“Faccio un plauso a questa iniziativa, -ha affermato l’assessore regionale all’ambiente Aldo Berlinguer- che trovo molto meritoria anche perché coniugata in una dimensione globale, pensando anche a chi è emigrato. Credo che il turismo in Basilicata possa crescere perché non mancano le risorse culturali e ambientali. Dobbiamo essere capaci però di creare impresa e dobbiamo lavorare ancor di più sulle infrastrutture, sui trasporti e sui servizi per l’accoglienza. Non basta la sola ed esclusiva ‘affezione’ dei lucani all’estero per attirare flussi turistici nella nostra regione. Dobbiamo esser capaci di gestire le nostre immense risorse perché si generi nuovo fermento nell’economia lucana.”
Ai lavori hanno preso parte anche il presidente della Comunità del Parco Ugo Salera, il consigliere regionale e Vicepresidente della Commissione Lucani all’Estero Franco Mollica, e alcuni rappresentanti della Filef (Federazione Italiana Lavoratori Emigranti e Famiglie).
Il presidente Salera ha affermato che gli emigranti rappresentano “un capitale umano di eccellenze intellettive che potrebbero ritornare, ma è necessario attivare un percorso virtuoso”.
Mollica ha sottolineato come anche la Regione stia investendo sul turismo di ritorno, inserendolo nella strategia Matera Capitale della Cultura 2019.