Domani, 30 gennaio, i lavoratori delle banche incroceranno le braccia per l’intera giornata. Lo sciopero, che interessa in tutta Italia oltre 300 mila addetti (più di 1.200 in Basilicata), è stato proclamato da Fiba Cisl, Fabi, Fisac Cgil, Uilca, Ugl Credito, Sinfub, Dircredito, Unisin in risposta al rifiuto dell’Abi di avviare il negoziato per il rinnovo del contratto nazionale di categoria. Sono previste quattro manifestazioni nazionali a Milano, Roma, Ravenna e Palermo. Una folta delegazione dei sindacati bancari lucani parteciperà al sit-in che si terrà a Roma, dalle 9:30, in Piazza dell’Esquilino, davanti alla Basilica di S. Maria Maggiore. Il presidio si concluderà alle 11:00 con il comizio del segretario generale della Fiba Cisl, Giulio Romani, e del segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo. La protesta correrà anche sui social network con immagini e testimonianze da tutta Italia sotto l’hashtag #iosonobancario.
“In ballo non c’è solo l’aumento salariale – spiega il segretario generale della Fiba Cisl Basilicata, Gennarino Macchia – ma la difesa del contratto nazionale come istituzione dagli attacchi dell’Abi che punta allo spezzatino contrattuale per consentire ad ogni singola banca di farsi il proprio contratto su misura. È un tentativo inaccettabile – continua Macchia – che respingiamo con forza perché il problema delle banche non è il costo del lavoro, ma gli accantonamenti per sofferenze o crediti deteriorati che sono di molto superiori al costo del lavoro e che sono il prodotto della scellerata politica di finanziarizzazione perseguita dai grandi gruppi bancari negli ultimi anni”.
“Proprio per correggere queste storture – prosegue il segretario della Fiba lucana – oltre alla piattaforma contrattuale abbiamo presentato una proposta di innovazione del modello di banca, meno orientata alla finanza e più vicina alle esigenze delle famiglie e delle imprese, ovvero il contrario della politica di ridimensionamento che solo in Basilicata ha prodotto negli ultimi anni una riduzione degli sportelli di circa l’11 per cento”.
Macchia rivendica il primato del settore bancario nella contrattazione. “Siamo stati i primi a fare contrattazione di secondo livello e welfare aziendale; i primi a costituire un fondo di solidarietà per potere ridurre gli organici e un fondo per l’occupazione che ha permesso di assumere e stabilizzare quasi 10 mila giovani. L’Abi deve comprendere che la contrattazione non è un ostacolo – conclude Macchia – ma è la via di uscita dalla crisi”.
Fonte: Luigi Cannella
Cisl Basilicata – Ufficio stampa
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