“I nuovi modelli, nella fase di lancio, stanno registrando un buon mercato – ha dichiarato De Nicola – è necessario che queste assunzioni, però, non siano un elemento di precarietà e di scambio clientelare come avviene spesso nella nostra Regione ma tengano conto dei disagi sociali dei molti precari e disoccupati di questa regione. Per questo motivo è necessario che queste assunzioni vengano gestite in maniera trasparente e secondo i criteri soggettivi del nostro territorio”.
Allo stesso tempo, fanno sapere dalla Fiom, i nuovi lavoratori che saranno inseriti nel ciclo produttivo dovranno avere tutte le salvaguardie previste dai contratti nazionali e non quelli previsti dal job act.
“Come Fiom ribadiamo che è necessario riaprire il dialogo sulle condizioni di salario e sulle condizioni di lavoro interne alla Sata che ultimamente hanno visto un peggioramento drastico delle condizione del lavoratori”.
“Probabilmente in questa fase di lancio dei nuovi modelli, la Renegade e la 500X, si è registrato, in fabbrica, un aumento del ritmo lavoro e un taglio delle pause dei lavoratori – ha ammesso De Nicola – Va ripristinato, pertanto, un sistema di pause e di organizzazione che migliori il lavoro in maniera proporzionale alla qualità del prodotto”.
“La Fiat Chrysler Automobile, così come ha ammesso che le nuove autovetture prodotte appartengono ad una fascia premium, adegui a tale prodotto anche le condizioni dei lavoratori e i relativi salri”, ha sentenziato il presidente della Fiom.
“Vorrei precisare – ha De Nicola – che il principale concorrente della FCA è la Volkswagen che ha assegnato ai propri dipendenti un premio di produzione di 6.000 euro rispetto all’aumento di pochi centesimi dei lavoratori di Melfi”.
E’ necessario, secondo il segretario regionale, ricostruire un dialogo con la Sata di Melfi, interrotto ormai da due anni, attraverso il quale tutelare i lavoratori “così come la Fiom ha fatto in passato, in 20 anni di presenza del sindacato a Melfi.
E’ necessario, ha concluso De Nicola, che il lancio dei nuovi modelli trovi il massimo consenso dentro e fuori lo stabilimento”.
La Fiom è anche convinta che bisogna già da adesso pensare a come sostituire il modello della Grande Punto che andrà presto fuori produzione per assicurare ai dipendenti una continuità lavorativa per il futuro.