Ebbene si, un battesimo in un cimitero. “E cosa c’è di strano?”, ha affermato sorridente Don Antonio. “Non dimentichiamoci che l’ultimo atto di Cristo non è stata la morte ma la sua resurrezione, la vita”. La chiesetta, che fino a qualche anno fa si chiamava Monte Pio dei Morti, è stata “ribattezzata” Chiesa del Risorto proprio per questo motivo. E non c’è da stupirsi, quindi, se davanti all’ingresso, invece dei comuni e affusolati cipressi, spicca un bellissimo albero di ulivo circondato da piante e fiori colorati che vogliono ricordare la ciclicità dell’esistenza umana.
L’ulivo è l’albero dal quale si ricava l’olio dei catecumeni che viene usato nei riti preparatori al Battesimo come segno di fortezza nella lotta contro il peccato”, ha spiegato il parroco. “Tale rito deriva dall’usanza degli antichi lottatori romani che prima di entrare nell’arena si cospargevano il corpo di olio per evitare di essere agguantati dagli avversari”.
“La coppia, pur facendo parte della parrocchia di Malvaccaro, ha chiesto espressamente di celebrare il battesimo della figlioletta nella Chiesa del Risorto”, ha ammesso Don Antonio Palo. Un gesto di grande maturità cristiana, dunque, che attribuisce al campo santo il suo vero significato di resurrezione e di vita. Sinceri auguri alla piccola Gaia e ai sui genitori.
Fonte: Il Quotidiano della Basilicata, 26 ottobre 2014, di Francesco Cutro
Foto di Ufficio Stampa Basilicata