“Una comunità che non riconosce e custodisce la propria storia non può costruire validamente il proprio futuro”. E’ nella citazione di Indro Montanelli che Giampiero Maruggi, direttore generale del San Carlo fino a pochi giorni fa, ha trovato l’ispirazione per realizzare, insieme al direttore dell’Archivio di Stato di Potenza, Valeria Verrastro, la mostra che ricostruisce la storia del più importante ospedale della Basilicata.
Una comunità che non riconosce e custodisce la propria storia non può costruire validamente il proprio futuro
“Per ben servire l’umanità languente. La complessa genesi dell’Ospedale San Carlo di Potenza attraverso i documenti d’archivio (1810-1870)”. E’ questo il titolo dell’esposizione che è stata inaugurata ieri pomeriggio, presso il Museo Provinciale di Potenza, alla presenza del presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza. Era presente all’inaugurazione anche Antonio Pedota, decaduto dalla carica di direttore amministrativo conseguentemente al commissariamento dell’Azienda ospedaliera.
Ma è giusto e doveroso puntualizzare che il grande assente all’evento è stato Giampiero Maruggi, ideatore e convinto sostenitore della necessità di ricostruire la genesi di un’azienda come il San Carlo, che, come egli stesso ha puntualizzato nella prefazione al catalogo della mostra, “esprime valori e uno stile che non possono non ricondursi all’attualità di chi vi opera, ma anche alla sua plurisecolare storia”.
La mostra, che resterà esposta fino al 30 giugno prossimo, vuole raccontare la storia del San Carlo attraverso la “voce” delle fonti d’archivio. “Non è stato facile organizzare una mostra archivistica – ha dichiarato Valeria Verrastro – in primis perché raccontare il passato di una antica struttura sanitaria e delle tante persone che negli anni vi hanno lavorato è un’impresa molto difficile poi perché la bellezza dei documenti esposti non è nell’aspetto estetico ma è tutta nel contenuto che essi tramandano. Contenuto che ci permette però di appropriarci di una storia nella maniera più vivace e più immediata possibile”.
“Il progetto nasce da un lavoro di gruppo che ha coinvolto diversi professionisti – ha sottolineato il direttore dell’Archivio di Stato di Potenza – E’ stato anche grazie al loro prezioso contributo che siamo riusciti a ricucire gli accadimenti dei primi 60 anni di vita del San Carlo”. Una storia che, come emerge dalle fonti esaminate, riproduceva al suo interno tutte le contraddizioni tipiche della società del tempo: carenze strutturali, scarsa igiene, problemi di discriminazione del lavoro femminile. Nonostante tutto, il San Carlo riuscì ad imporsi come moderno luogo di cura. “Un esempio straordinario è rappresentato quei medici che vollero autotassarsi pur di fornire all’ospedale una stanza autoptica quando l’autopsia era considerata essenziale per lo studio delle malattie – ha raccontato Valeria Verrastro – Oppure quando quegli stessi medici, studiando e approfondendo le loro conoscenze, riuscirono a praticare i primi interventi chirurgici di litotomia quando i nostri infermi venivano mandati all’ospedale degli Incurabili di Napoli”. Una mostra quindi che vuole raccontare una storia che in fondo è anche un po’ nostra, quella del San Carlo di Potenza, un “elemento silenziosamente sempre presente come l’aria che respiriamo”, come lo ha definito Giampiero Maruggi, volto da sempre a “servire l’umanità languente”.
Fonte: Il Quotidiano della Basilicata, 23 ottobre 2014, di Francesco Cutro
Foto di Ufficio Stampa Basilicata