La sentenza del Giudice del Lavoro Rosa Maria Verrastro è chiara: nel pronunciarsi sul ricorso contro Acqua Spa presentato da nove vincitori del concorso per addetti tecnico amministrativi che l’azienda espletò nel 2011, condanna la stessa “all’assunzione e al risarcimento del danno in favore di ciascuno dei ricorrenti” alla loro immissione in servizio, dopo aver accertato “il diritto dei ricorrenti all’assunzione alle dipendenze di Acqua spa”.
Nonostante questo pronunciamento del giudice, nove giovani, vincitori di una selezione fatta per soddisfare esigenze di organico – non si spiegherebbe diversamente averla fatta – attendono ancora.
Oggi si sostiene che Acqua Spa non abbia più motivo di esistere, avendo concluso la sua “mission” al punto che potrebbe essere soppressa.
Nella sentenza, il giudice del lavoro afferma il contrario: che non è motivo di nullità della selezione il fatto che Acqua Spa non avrebbe valutato correttamente la sussistenza della copertura economia delle assunzioni. Ed aggiunge: “qualsiasi contraente ha l’onere di verificare la propria capacità di adempiere alle obbligazioni assunte, derivandone la conseguente responsabilità contrattuale”.
Ai vincitori del concorso poca importa – e il giudice dà loro ragione – se Acqua Spa sia, è proprio il caso di dirlo, in cattive acque. Quando è stata indetta la selezione, per la quale, tra l’altro, alcuni dei vincitori sono stati assunti, si sapeva benissimo quanti erano i posti messi a concorso (21) e logica avrebbe voluto che si valutasse l’incidenza economica sui bilanci dell’azienda.
Tutto questo non è stato fatto ma ciò non significa mettere la parola fine su una vicenda che ha dell’assurdo. Perché è assurdo che in Basilicata, regione dove la disoccupazione è “il problema”, non si riesca a lavorare anche quando si è vincitori di concorso.
E non è la prima volta che accade. Sei anni fa un altro “concorso-beffa” fu avviato ma coloro i quali superarono la prima selezione attendono ancora che l’iter si concluda. Anche in questo caso – a sentire i dirigenti regionali – sarebbero venute meno le condizioni per poter assumere le 78 unità per le quali il concorso era stato bandito.
Non sappiamo se averlo sospeso o annullato del tutto possa prefigurare conseguenze penali per chi si è assunto la responsabilità di farlo. Certo un danno ai partecipanti che avevano superato la prova è stato creato.
Qualcuno potrebbe chiedere conto nelle sedi competenti.
Ma torniamo alla selezione indetta da Acqua Spa.
Probabilmente, per atto dovuto, la Regione Basilicata farà ricorso alla sentenza del Giudice del Lavoro che impone l’assunzione dei vincitori.
Ma sul piano politico non si fa una bella figura perché qualunque possa essere la ragione per la quale la selezione dovesse essere annullata – semmai confermato negli altri gradi di giudizio – suonerà come una presa in giro la frase che spesso abbiamo sentito dire e a vari livelli: “Creiamo le condizioni affinchè i giovani lucani non lascino la Basilicata”. I nove vincitori del concorso ad Acqua Spa probabilmente dalla Basilicata dovranno andare via in cerca altrove di lavoro che qui ti viene negato anche se un giudice ti dà ragione.