Il Dipartimento regionale Politiche della Persona e le segreterie regionali di Cgl Cisl Uil Basilicata, congiuntamente alle categorie di Spi Fnp Uilp, hanno raggiunto un’importante intesa per la definizione del Piano regionale degli indirizzi alla pianificazione intercomunale dei servizi sociali e sociosanitari.
Si tratta di un documento di importanza strategica, che l’assessore Flavia Franconi porterà a breve in giunta, in quanto delinea la futura governance territoriale dei servizi socio sanitari e le direttrici del welfare regionale, recuperando ritardi e rilanciando le politiche di protezione sociale essenziali per un nuovo sviluppo regionale sostenibile e coeso. Il Dipartimento regionale e le parti sindacali sono pervenute ad una comune visione del Piano sociale regionale. Un piano-processo e cornice dei Piani intercomunali che fa risaltare le istanze della comunità, delle risorse umane, professionali, territoriali e privilegia il ruolo della Conferenza di ambito .
Il Piano parte da una lettura critica della situazione sociale della regione,
da una prima descrizione delle risorse e dei nuovi bisogni
e prefigura le chiavi interpretative per modificare l’offerta dei servizi, delineando un disegno da sottoporre alla discussione degli ‘ambiti zonali’.
Le priorità del Piano
– l’attenzione ai nuovi bisogni della popolazione, al fine di migliorare l’inclusione e la coesione sociale ed il recupero di fragilità;
– la promozione di azioni che sostengano e tutelino le giovani generazioni, con una distinzione tra la progettualità rivolta all’infanzia, agli adolescenti , ai giovani adulti ed ai generi;
– il sostegno delle persone in condizioni di fragilità e di vulnerabilità al fine di ridurre il rischio di scivolamento verso le forme di povertà estrema e, in particolar modo, le famiglie a forte disagio economico e sociale;
– il sostegno delle persone non autosufficienti o in disabilita e delle loro famiglie, intervenendo sia sul versante delle persone con disabilità giovani, adulte e minori, sia su quello delle persone anziane, anche al fine di favorirne la permanenza nel proprio domicilio, attraverso una applicazione incisiva e consistente delle misure del POR FSE 2014/20.
Questi progetti-obiettivo sono traducibili in azioni virtuose e visibili sul territorio attraverso essenziali snodi di attuazione .
Al lavoro di Piano ed alla Struttura regionale di regia sono associate le organizzazioni sindacali e le rappresentanze degli interessi e del terzo settore. Importante è la continuità e lo sviluppo delle funzioni di innovazione organizzativa degli uffici di piano del sociale per il cui consolidamento si riconosce la preminenza di rapporti di lavoro stabile nell’attivazione di nuove funzioni e strutture. Per realizzare concretamente i principi della integrazione socio-sanitaria – si legge in una nota del Dipartimento – si prevede l’adozione di un apposito protocollo d’intesa tra le Aziende Sanitarie e i Comuni, recante le linee e le misure organizzative unitarie definite nei Piani di Ambito, nonché la disponibilità in ogni Ufficio di Piano di una figura professionale dell’Azienda Sanitaria competente .
La fruizione dell’offerta di prestazioni sociali previste nel Piano sarà assicurata attraverso la costruzione di un sistema di garanzia effettiva dei livelli essenziali ed appropriati distinti in sette macro-aree con una dotazione minima territoriale.
Altro snodo qualificante è la previsione di una profonda innovazione, anche con un atto di pianificazione generale, del sistema di relazioni sociali tra soggetti pubblici e privati per l’erogazione dei servizi, secondo criteri che privilegino oltre che l’economicità la qualità e la appropriatezza nell’accreditamento.
La sfida del Piano sociale – conclude la nota – è nuova e produttiva di cambiamenti significativi per la Regione e gli Enti Locali , in quanto prevede una rinnovata funzione programmatoria, anche coordinando livelli di piano ed interventi integrati in ambiti collegati al sociale quali l’istruzione, il lavoro, l’agricoltura sociale, il manifatturiero. La sfida vale anche per le organizzazioni sindacali, alle quali viene conferito uno straordinario ruolo di attori della programmazione e delle nuove politiche di welfare regionale.