Ad allarmare è stato il cambio di colorazione delle acque del Pertusillo. Per questo motivo, da stamane – come mostrano le foto di Maurizio Bolognetti – sono in corso prelievi di campioni di acqua nell’invaso da parte dell’Arpab su richiesta dei sindaci di Spinoso e Grumento e Montemurro. Controlli anche da parte di carabinieri e vigili urbani.
“A preoccuparci è stato il colore dell’acqua di un marrone oscuro” ci dice per telefono il sindaco di Spinoso, Mario Solimando. “D’intesa con i sindaci di Montemurro e Grumento, abbiamo chiesto che si facciano delle verifiche. Non è nostra intenzione fare allarmismi ma è nostro dovere tutelare la salute dei nostri cittadini”.
Tutto questo a distanza di circa un mese (25 gennaio) da quando il Consorzio di Asi segnalò la presenza nell’impianto di depurazione di idrocarburi. Successivamente,- come si ricorderà – il 3 febbraio, Il Noe dei carabinieri mise sotto sequestro un primo pozzetto dal quale fuoriusciva greggio.
Nei giorni scorsi stesso fenomeno si è registrato in un secondo, facente parte della rete fognaria esterna al Cova.
A questo punto viene da chiedersi cosa sia accaduto in questo mese, se è vero che alcuni abitanti della zona sostengono che da tempo si sente nella zona una puzza tipica di greggio.
Alla domanda dovranno rispondere coloro i quali stanno effettuando i prelievi, probabilmente disposti dalla magistratura se è vero – come Leo Amato riporta in un articolo su “Il Quotidiano del Sud” – che la Procura ha aperto un fascicolo su un presunto inquinamento ambientale che potrebbe interessare l’invaso del Pertusillo.
Intanto, come abbiamo riportato in un precedente articolo, l’Eni, nel confermare di aver individuato in uno dei serbatoi di stoccaggio la perdita da dove è fuoriuscito il greggio, conferma che “le azioni di messa in sicurezza poste in essere, tramite la realizzazione di 14 pozzetti lungo il perimetro sud all’interno del COVA, hanno consentito di creare un’efficace barriera per impedire la migrazione del fluido verso l’esterno.
Ad oggi sono stati effettuati complessivamente 44 sondaggi all’interno e all’esterno del COVA.
Durante l’attività di verifica, lungo la direttrice di collegamento dei pozzetti della rete fognaria già oggetto, da giorni, delle operazioni di messa in sicurezza, si è avuta evidenza di una limitata presenza di idrocarburi sulla matrice terreno in prossimità di essi e sono state attivate la procedure di messa in sicurezza. Dai sondaggi finora effettuati – sostiene Eni – non si ha evidenza di interessamento della falda acquifera“.
Ovviamente ne sapremo di più quando saranno resi pubblici i dati dei prelievi effettuati oggi e si conosceranno i provvedimenti che la magistratura dovesse eventualmente adottare.