A distanza di pochi giorni dal rinvenimento di tracce di idrocarburi in un pozzetto esterno al Cova e messo sotto sequestro dai carabinieri del Nas, altra presenza di idroacrburi è stata scoperta in un pozzetto a valle del precedente.
Ne dà notizia la stessa società Eni con una nota nella quale si precisa di aver informato le autorità competenti ed avviate le attività per la messa in sicurezza.
Questo mentre – sempre a detta dell’Eni – proseguono i sondaggi del terreno sia interno che esterno al Centro Oli per individuare la causa della fuoriuscita di idrocarburi.
Quanto accaduto preoccupa non poco, sebbene nel comunicato dell’ufficio stampa della multinazionale si precisi che “i pieziometri per il monitoraggio della falda acquifera già esistenti nell’area non hanno rilevato la presenza di idrocarburi”.
In settimana, intanto, si attendono i dati dell’Arpab, relativamente ai prelievi effettuati dopo il primo rinvenimento, in un tombino limitrofo al Cova, di tracce di idroacarburi che rischiavano di finire nel depuratore dell’Asi.
Il sindaco di Viggiano, Amedeo Cicala, si riserva di verificare i dati dell’Arpab e, anche alla luce del nuovo problema sorto, di decidere cosa fare come Comune a tutela degli abitanti dell’area.
Ciò che preoccupa è che a distanza di una settimana dalla scoperta delle prime tracce di idrocarburi all’esterno del Centro Oli ancora non si sia riusciti ancora ad individuare la perdita, nonostante “cinque unità – come precisa nella nota l’Eni – siano impegnate per la realizzazione dei sondaggi”.