Più trasparenza su quanto è stato fatto per consentire la ripresa dell’attività estrattiva al Centro Olio di Viggiano. La chiedono i consiglieri regionali del M5S Gianni Leggieri e Gianni Perrino, i quali non sono del tutto soddisfatti del dibattito avviato su questo delicato argomento in consiglio regionale. Pur ringraziando il presidente dell’assemblea per aver inserito l’argomento al primo punto dell’ordine del giorno, i due esponenti pentastellari attendono che venga presentata una dettagliata relazione, “al di là dei tecnicismi e dei regolamenti”.
Facendo riferimento alla riapertura del Cova, Leggieri e Perrino ritengono fondamentale “approfondire lo stato dell’arte sulle modifiche che Eni ha apportato agli impianti a seguito delle prescrizioni dettate della magistratura nell’ambito dell’inchiesta balzata agli onori delle cronache come Trivellopoli”.
Il dibattito avviato in consiglio regionale – affermano in una nota – “è stato l’occasione per riportare l’attenzione politica e far riemergere dei quesiti che non hanno nulla a che vedere con la massiccia propaganda messa in campo da Claudio Descalzi nelle ultime settimane. Noi non ci accontentiamo – precisano di mere operazioni di marketing territoriale o di inutili palliativi come la newsletter con mittente il cane a sei zampe: vogliamo vederci chiaro”.
“Possibile – si chiedono Perrino e Leggieri – che l’Eni abbia realizzato in soli 5 mesi quello che in diversi anni di attività non ha mai sentito l’esigenza di realizzare e solo dopo l’intervento della magistratura? Bastavano soli 9 milioni di euro per adeguare gli impianti? Eppure la stessa Eni affermava che “In sede di sequestro era stato indicato come possibile l’uso dell’impianto a condizione che l’acqua estratta non fosse più reiniettata nel pozzo e fosse altresì modificata la qualifica Cer del fluido risultante dal processo produttivo, soluzione che, come già spiegato dalla società, non risultava praticabile dal punto di vista industriale ed era incoerente con il quadro autorizzativo vigente per l’impianto”.
Che ruolo- si chiedono ancora Perrino e Leggieri – hanno avuto gli uffici regionali nelle operazioni di adeguamento del centro? Come si giustifica la presenza di quelle autobotti all’esterno del centro oli utilizzate come deposito temporaneo di rifiuti e che la procura avrebbe ordinato di rimuovere? Nelle dichiarazioni a margine dell’ultima audizione della Commissione Ecomafie, Alessandro Bratti, che qualche mese fa aveva pesantemente stigmatizzato l’operato dell’Arpab fa emergere – ricordano i due consiglieri del M5S – un quadro del tutto opposto, tutto votato all’ottimismo.
Pittella avrebbe annunciato la firma di alcuni protocolli per ovviare a tutta una serie di carenze dell’ente. La speranza è quella di conoscere quanto prima come e quando si intendano mettere in campo queste azioni e soprattutto che si passi prima dal Consiglio, così come previsto dal regolamento.
Sono solo alcune delle questioni sulle quali pretendiamo un minimo di trasparenza che di certo non si può soddisfare attraverso l’istituzione di un indirizzo email da parte di Eni.
Confidiamo – concludono Perrino e Leggieri – nel lavoro della magistratura e auspichiamo che il processo che sta per cominciare, si svolga nel massimo della serenità. L’augurio è quello di veder quantificati prima possibile i danni causati e che tutti i responsabili paghino, anche economicamente, con un maxi-risarcimento, da utilizzare per avviare una bonifica e una transizione verso un vero sviluppo sostenibile”.